«Per le dieci e trenta io mi libero ma vedi che sono seicento bottoni e ti ho aggiustato tutte e cinque le camicie». E ancora: «Ci vediamo sempre allo stesso bar però mi raccomando vieni che dobbiamo incontrarci». Una serie di messaggi arrivati tutti sulle chat della messaggistica istantanea di WhatsApp, che sono state fondamentali per chiudere l’inchiesta. C’’è anche questo nell’ordinanza firmata dal gip Daniela Critelli che ha dato il via libera alle misure cautelari emesse ieri mattina e che hanno permesso di incastrare la cricca. I messaggi per i componenti del gruppo dovevano essere quasi una garanzia, uno scambio sicuro per evitare di finire per essere intercettati. Ma non è stato così. Fondamentali anche le intercettazioni ambientali e le telecamere piazzate nel pronto soccorso della Clinica Trusso.
CRONACA
16 gennaio 2018
Ottaviano. Falsi incidenti, acquisite anche le chat di whatsapp