Due ore tese. E diventate ancora più calde per un annuncio del sindaco Giuseppe Cuomo che ha spiazzato tutti: «Ritiro le deleghe alla giunta». Quindi l’invito generale, ma in sostanza rivolto solo all’assessore Mario Gargiulo (il quale, a dispetto delle sue origini di centrodestra, sta facendo campagna elettorale per il Pd), «a non assumere più iniziative solitarie». Un ordine di scuderia legato a due dati di fatto. Primo: Cuomo, da oltre vent’anni, sposa Forza Italia e pure stavolta voterà per i berluscones. Secondo: è vero, da parte del primo cittadino non ci sono mai state indicazioni per il 4 marzo, ma buona parte della coalizione – seppur sia tutta civica – tende verso la pattuglia dell’ex premier Silvio Berlusconi. Risultato? Smarcarsi da Forza Italia imboccando la direzione Pd – che in consiglio comunale occupa i banchi della minoranza – rischia di apparire come una presa di distanza dall’amministrazione la quale si basa dal progetto vincente del 2010 quando Cuomo vinse le Comunali con i simboli di Pdl e Udc. Magari, è questo il ragionamento di alcuni luogotenenti di piazza Sant’Antonino, quella di Gargiulo è una strategia messa a punto sotto l’egida del capogruppo regionale dem Mario Casillo con lo scopo di accreditarsi agli occhi degli Stati generali del Pd in chiave futura. Obiettivo: riuscire a ottenere la candidatura a sindaco alle Comunali 2020 a cui Cuomo non potrà ricandidarsi. Si vedrà, per ora le bocche restano cucite e nessuno fa commenti.
Che all’orizzonte stesse affiorando un mezzo polverone – oggi ufficializzato con la revoca delle deleghe e la conferma che a breve la giunta sarà azzerata – si era capito nel weekend quando è circolata in rete la foto di Gargiulo a una convention del Pd. In sua compagnia, oltre Casillo, anche i candidati dem del collegio di Sorrento, cioè Franco Manniello (Senato) e Silvana Somma (Camera). Da giorni si sapeva che l’assessore si era schierato con il Pd, ma senza esporsi troppo. Poi l’outing per i democrat e l’inizio del malumore. Cuomo, interpellato giorni fa, è stato laconico: «Voterò per il centrodestra». Una promessa che sarà rispettata il 4 marzo nonostante la delusione per la mancata candidatura alla Camera con i vertici regionali di Forza Italia che hanno preferito addirittura il figliol prodigo Nello Di Nardo. Precisazione ovvia: l’azzeramento delle deleghe è una mossa a cui Cuomo pensava da giorni e che lo stesso sindaco motiverà (come ha già fatto coi suoi) come «una cosa programmata». Quasi a far capire che non è la risposta indiretta all’appoggio per i dem di Gargiulo. Il ragionamento fatto filtrare dal municipio è soft. In sostanza, dicono fonti della maggioranza, «è arrivato il giro di boa del secondo mandato di Cuomo, c’è da fare una verifica di maggioranza e bisogna nominare un vicesindaco visto che quella poltrona è vuota da cinque mesi». Sì, perché l’ex braccio destro voluto da Cuomo nell’estate 2015, la dottoressa Raffaella Cancellieri, ha deciso di farsi da parte perché isolata dalle civiche. A quel posto puntano tutti coloro che vogliono succedere a Cuomo. Cioè Gargiulo, l’assessore (primo eletto tre anni fa con 800 voti circa) Massimo Coppola e la collega Maria Teresa De Angelis, sulla carta già vice perché nel decreto di nomina della giunta fu indicata al numero tre (quindi dopo Cancellieri) dal primo cittadino. Senza dimenticare che c’è Luigi Di Prisco che gradirebbe una promozione nell’esecutivo visti sia i quasi 400 voti ottenuti tre anni fa sia la decisione di costituire un gruppo autonomo in maggioranza assieme alla collega Elvira De Angelis.
Detto questo, nel vertice di maggioranza di ieri sera – inizio dopo le 19 – si è capito che la corsa al dopo Cuomo rischia di pregiudicare l’intero operato della giunta.
Sia chiaro: nessun altro ha punzecchiato Gargiulo rinfacciandogli un errore di valutazione su Casillo. Ha parlato solo Cuomo. Né altri assessori e consiglieri hanno annunciato che alle Politiche voteranno diversamente dal centrodestra. Nota a margine: il fronte a difesa di Gargiulo, quello costruito dalla lista “Il Ponte” che fa capo all’ex assessore e oggi consigliere Mariano Pontecorvo, ha già fatto notare alla maggioranza che l’amministrazione non esibisce simboli. Una sorta di “liberi tutti”. Dunque, ragionano da “Il Ponte”, il voto per l’area Casillo ci sta, è una sorta pure di riconoscenza per l’impegno che il Pd regionale ha messo in campo per sbloccare il finanziamento di otto milioni di euro per il percorso pedonale meccanizzato da costruire tra porto e parcheggio comunale Achille Lauro.
Tutti presenti al summit (tranne il consigliere Lorenzo Fiorentino) e tappe imminenti del sindaco stabilite: dopo il 4 marzo azzeramento della giunta, rimpasto di deleghe, nomina del vicesindaco (forse De Angelis) e ingresso dell’assessore che manca per completare il puzzle. Resta in auge il nome di Michele Bernardo, già delegato al bilancio nel primo mandato di Cuomo.