Hanno atteso che il presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, prendesse posto alla cerimonia di inaugurazione del nuovo reparto di urologia dell’ospedale di Pozzuoli; poi, pochi minuti dopo, all’indirizzo del governatore e delle altre autorita’ presenti, hanno lanciato due sacchetti di rifiuti. Protagonisti della clamorosa vicenda un gruppo di attivisti del centri sociali. Una ventina in tutto che hanno iniziato ad urlare contro De Luca frasi offensive fino a quando non sono stati allontanati dalla polizia. Sui sacchetti c’erano le foto dello stesso Governatore e del figlio, Roberto, fino a qualche giorno fa assessore al Bilancio del Comune di Salerno. Ha rassegnato le dimissioni dopo la pubblicazione del secondo video del giornale online Fanpage. Roberto De Luca, che ha sempre rivendicato fermamente la correttezza del suo operato, ha detto di aver lasciato l’incarico solo per evitare qualsiasi forma di strumentalizzazione. La testata giornalistica ha realizzato un’inchiesta giornalistica sul business dello smaltimento dei rifiuti. Ieri e’ stata pubblicata la quarta puntata dell’inchiesta in cui si riferisce di una possibile operazione di riciclaggio del denaro della camorra nel Nord Est. Una protesta, quella avvenuta all’ospedale di Pozzuoli, che De Luca ha definito “un’azione di plebeismo e di camorrismo. Non mi faccio intimidire, per fermarmi devono spararmi”. E ha gia’ fatto sapere che presentera’ querela. La giornata di De Luca questa mattina e’ iniziata a Giugliano, ad una decina di chilometri da Pozzuoli, dove il Governatore ha visitato lo stabilimento dove verra’ trattato un lotto 120mila tonnellate di ecoballe, stoccate in zona da tempo. E’ solo uno dei tanti lotti dei complessivi 5 milioni e 600mila tonnellate di spazzatura depositati a cielo aperto. Sono una pesante eredita’ dell’emergenza rifiuti che ha investito la Campania negli anni passati. Alcuni contestatori hanno tentato di avvicinare il presidente della Giunta regionale ma senza riuscirvi perche’ sono stati tenuti lontani dallo stabilimento, che si trova all’interno dell’area industriale. Quando hanno visto passare l’auto di De Luca hanno urlato slogan e mostrato alcuni striscioni. Quindi i manifestanti non si sono arresi. E un gruppetto si e’ spostato a Pozzuoli, dove c’e’ stata la protesta. Poi hanno diffuso una nota, in cui ricordando l’inchiesta giornalistica di Fanpage, spiegano i motivi della loro protesta. Ma e’ stato anche lo stesso De Luca a parlare nuovamente del video diffuso dalla testata on line: “E’ stato ingaggiato un camorrista, tale Perrella, che attraverso il commercialista di famiglia ha fissato con mio figlio un incontro. Nell’incontro doveva dire come ha detto due parole precise: ecoballe e 15%: Su questa hanno costruito tutto una vicenda. Mio figlio non c’entra. Questi sono squadristi che in piena campagna elettorale e a dieci giorni dalle elezioni hanno messo su un’azione infernale”. Proprio sulla rimozione delle ecoballe, finanziata dal governo Renzi con 500 milioni di euro, parlando a Giugliano, De Luca ha detto che si tratta di “un obiettivo storico che stiamo raggiungendo in un contesto di trasparenza assoluta; un esempio di legalita’ che non ha paragone con nessuna altra realta’ di Italia. Tutto quello che decidiamo e’ sottoposto al controllo dell’Autorita’ nazionale anticorruzione”. Nel quarto video dell’inchiesta di Fanpage l’ex boss della camorra Nunzio Perrella incontra una lobbysta e propone di far ripulire soldi che sarebbero il frutto degli affari illeciti della camorra e riciclarli in alcune realta’ del Nord Est. In un incontro Perrella porta una valigia che dice contenga 2,8 milioni di euro da riciclare. Soldi sporchi della camorra. Ma in quel trolley troveranno solo delle confezioni di pasta di grano duro, i “paccheri” napoletani.
CRONACA
28 febbraio 2018
Inchiesta rifiuti: centri sociali, sacchi contro De Luca