Torre del Greco. Era il fiore all’occhiello dei lavori realizzati dall’amministrazione comunale targata Ciro Borriello grazie ai finanziamenti del programma Più Europa, la stella appuntata sul petto dello storico leader del centrodestra all’ombra del Vesuvio: «Abbiamo trasformato un’area abbandonata al degrado e utilizzata come poligono dai killer dei clan camorristici di Ercolano in un accogliente punto di ritrovo per bambini e famiglie», affermo l’ex sindaco il giorno dell’inaugurazione della passeggiata porto-Scala. Era il marzo del 2016 e tutti salutarono il waterfront costato 1,2 milioni di euro con entusiasmo e soddisfazione. A due anni di distanza, il «gioiello» realizzato in via Calastro è rigorosamente off-limits: un cancello chiuso su cui campeggia un divieto d’accesso pedonale accoglie chi, a dispetto delle temperature nordiche, si sarebbe voluto regalare una passeggiata a due passi dal mare.
Il campanello d’allarme
La decisione «suggerita» dal commissario straordinario Giacomo Barbato e raccolta al volo dai responsabili del settore urbanistica del Comune arriva all’indomani dell’ennesimo campanello d’allarme proveniente dagli operatori del molo: «Mentre camminavo sulla passeggiata porto-Scala – la denuncia pubblicata su Facebook dal titolare di un’attività commerciale in zona – un enorme masso in pietra lavica si è staccato da una parete: volevo solo avvisare il Comune affinché vengano adottati adeguati provvedimenti per scongiurare qualche disgrazia». Un appello raccolto al volo dall’ente di palazzo Baronale. Ma, anziché procedere ai necessari interventi di messa in sicurezza e ripristino dello stato dei luoghi, il Comune si è limitato a chiudere il varco d’accesso al waterfront – lato porto – e a installare un divieto di passaggio pedonale sul versante opposto di via Calastro. Il tutto, naturalmente, senza alcuna ordinanza di chiusura e senza avvisi di sorta ai cittadini. Così in decine si sono trovati a percorrere l’intera passeggiata porto-Scala prima di incappare in un cancello chiuso a doppia mandata: «Nessuno ci aveva avvisati, ora siamo costretti a fare il percorso a ritroso», la rabbia urlata da dietro le sbarre del cancello di molo di ponente.
La strategia del Comune
L’assenza di una specifica ordinanza di chiusura non è casuale. Anzi, perfettamente in linea con il «modus operandi» portato avanti fino a oggi da Giacomo Barbato: nessuna decisione drastica – al netto della contestata cancellazione del Museo Civico dall’ex orfanotrofio della Santissima Trinità – e solo interventi-tampone. «La chiusura del waterfront si è resa necessaria perché l’area parcheggio a ridosso del porto si presentava in condizioni disastrose – fanno sapere dal settore urbanistica del Comune – Le voragini e gli avvallamenti provocati da maltempo e vandali potrebbero provocati danni a moto e auto, con conseguenti citazioni in giudizio per il Comune: di qui, la decisione di chiudere l’accesso lato porto». Sul fronte opposto, invece, campeggia un cartello di divieto al passaggio pedonale e – a breve – potrebbero essere installati cartelli di pericolo di caduta massi: «Così chi deciderà di procedere lungo la passeggiata porto-Scala, sarà a conoscenza dei rischi e non potrà presentare richieste di risarcimento danni al Comune», la strategia messa a punto in municipio.
Il miraggio dei lavori
Perché, evidentemente, in programma non ci sono interventi di ripristino e riqualificazione dello stato dei luoghi devastati prima dalla mareggiata del febbraio del 2017 e poi dalla serie di raid vandalici portati a termine grazie alla totale assenza di controlli da parte delle forze dell’ordine. «Al momento – confermano dal settore urbanistica del Comune – non disponiamo dei fondi necessari per riparare la passeggiata. D’altronde, la zona necessiterebbe di importanti interventi strutturale per scongiurare il rischio che alla prossima mareggiata si ripresentino le stesse criticità». Intanto, il waterfront da 1,2 milioni di euro resta off-limits. Con buona pace dei sogni di rilancio della zona porto.