Il ricorso
Salerno. Un appello ai giudici e anche al vescovo di Salerno per ribaltare il verdetto della Regione. Gli operai delle Fonderie Pisano si sono riuniti ieri mattina in piazza San Tommaso D’Aquino in attesa della decisione del Tribunale amministrativo regionale in merito al ricorso presentato dai locali della proprietà dell’opificio.
Gli avvocati Enrico Folliero e Lorenzo Lentini hanno chiesto l’annullamento della decisione della Regione Campania relativa al diniego della valutazione d’impatto ambientale, alla valutazione d’incidenza sul piano di ammodernamento e all’autorizzazione integrata ambientale (Aia), che di fatto sembrano aver messo una pietra tombale sul futuro dello stabilimento di Fratte e dei suoi dipendenti. Armati di striscioni, i 120 operai, nonché «mariti e papà» hanno chiesto il rispetto dei loro diritti e di scongiurare l’ipotesi della chiusura che significherebbe licenziamenti, invocando una volta di più la tanto attesa delocalizzazione. «Se la fabbrica non ha i requisiti di legge siamo i primi a dire no – puntualizza Angelo Clemente, sindacalista Cgil – Ma dire no a prescindere può sfociare in stupidità. Bisogna valutare il progetto e conoscerne le caratteristiche».
Sempre ieri mattina le mogli dei lavoratori, presenti a loro volta al presidio in attesa della decisione del Tar, sono state ricevute da monsignor Luigi Moretti, il quale ha assicurato la vicinanza della Curia in un momento critico per le famiglie.