Obiettivo principale e fil rouge che lega Palazzo Santa Lucia e le segreterie del partito locale: l’autoconservazione. Bocce ferme fino a Pasqua, poi qualcosa – quel poco che è rimasto – comincerà a muoversi sia in Regione, sia nel partito per cercare disperatamente di restare a galla.
La segreteria regionale
Convocata per il 6 aprile la riunione della segreteria regionale con all’ordine del giorno l’integrazione dell’organismo e la discussione sulle amministrative. Come annunciato in direzione regionale, Assunta Tartaglione – le cui dimissioni sono state ‘congelate’ dal reggente nazionale, Maurizio Martina – apre, in vista del Congresso, a quelle anime del partito che non sono rappresentate. Ma già gli orlandiani, come anticipato da Marco Sarracino su Metropolis, hanno rifiutato, sostenendo la necessità di un cambiamento radicale. Occhi puntati verso Roma e all’assemblea nazionale del 22 aprile, quando si avrà più chiaro quale sarà il destino del partito e di conseguenza anche cosa accadrà a livello locale.
La trattativa al provinciale
Difficile immaginare che nulla cambi nella segreteria provinciale, decisa da un Congresso napoletano che ha visto fuori metà partito, se quella regionale verrà azzerata. Nel frattempo il segretario metropolitano, Massimo Costa – il cui telefono è tornato a squillare a vuoto dall’ultima assemblea provinciale dove si è sfiorata la rissa – ieri pomeriggio ha tenuto una riunione con la sola maggioranza dem rappresentata da Mario Casillo e da Raffaele Topo. Sul tavolo la trattativa con la minoranza che rivendica una segreteria cittadina, ma è cominciato anche un primo confronto sulle amministrative. Ancora nessuna sintesi tra ex Dc ed ex Ds. Non si trova un accordo e così il completamento della segreteria non arriva. Tutto in alto mare. «Personalmente – dice il consigliere regionale Antonio Marciano, che fa riferimento all’area Martina – dall’ultima assemblea provinciale non ho avuto incontri, né sono sono stato mai contattato da Costa. Nonostante il grande gesto di responsabilità dimostrato con il ritiro del ricorso sul Congresso da parte di Nicola Oddati non vi è stato alcun atto ufficiale dall’altra parte, né segnale. Insomma nulla è cambiato nonostante non vi sia più alcun alibi per non avere un dialogo, soprattutto in vista delle amministrative. Ci sono elezioni in città importanti come Castellammare e Torre del Greco e non è stata promosso alcun dibattito, in alcun luogo con il coinvolgimento di tutti. Non solo sui nomi, ma sui programmi e su cosa vogliamo fare e proporre come partito in queste città. Così siamo destinati all’estinzione ».
De Luca e la giunta
Altro che unità e ricostruzione. Correnti, sottocorrenti e singoli vanno avanti ancora una volta nel partito divisi e tentando disperatamente di preservare quello che non è stato spazzato via in Campania dall’onda gialla e dagli elettori. A giocare da solo e la sua partita di sopravvivenza anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Riunioni con i fedelissimo e lo staff, intense giornate di riflessione per il Governatore che a metà mese potrebbe mettere mano alla giunta con un paio di nuovi ingressi. Lo sceriffo ha intenzione di pescare nella società civile, nel mondo dell’associazionismo, del lavoro e dell’impresa, in quest’ultimo caso probabilmente con un assessorato ad hoc. E dare così un segnale di cambiamento e di rilancio. Fuori quindi i politici: da una parte per De Luca innesti di questo tipo finirebbero per frammentare ancora di più in un momento in cui conviene non farlo. E dall’altra perché con De Luca sotto tiro agli stessi democrat ora fa più piacere tenersi alla larga piuttosto che abbracciare il Governatore.
Bocche cucite sui nomi il presidente cerca anche personalità ben radicate su Napoli, per smarcarsi dall’etichetta di salernizzazione, guadagnare terreno sul capoluogo e in vista della sfida con Luigi de Magistris. La campagna elettorale per le regionali si giocherà quasi tutta sul capoluogo, infatti. «Ho chiesto di verificare con il Comune di Napoli – ha detto ieri non a caso – la possibilità, se necessario, di attivare delle navette a Napoli anche nel pomeriggio di Pasqua, come già è avvenuto a Capodanno, per venire incontro alle difficoltà di Anm, in uno spirito di collaborazione e per non lasciare disorientati i numerosi turisti presenti in città».