Torre del Greco. Da un lato Giovanni Palomba, lo storico figlioccio della Democrazia Cristiana pronto a mettere insieme tutti i delusi dall’ex sindaco Ciro Borriello. Dall’altro Nello Formisano, il pluri-senatore a caccia della prima candidatura a sindaco della propria città. In mezzo, il Pd. Con i soliti dubbi legati alla leadership locale e con le sotterranee guerre tra correnti. Uno scenario da incubo per il segretario cittadino Massimo Meo – eletto all’unanimità a ottobre del 2017, dopo la lunga reggenza dell’ex sindaco Antonio Cutolo – alle prese con un rompicapo senza precedenti per il primo partito del centrosinistra: «Al momento, lo scenario è particolarmente complicato – conferma l’avvocato civilista – ma non ci faremo tirare per la giacca da nessuno».
Un chiaro messaggio sia a Giovanni Palomba sia a Nello Formisano, entrambi in pressing su opposti versanti per provare a chiudere un’alleanza in grado di provare a scrivere la parola fine all’egemonia del centrodestra all’ombra del Vesuvio. «Sono nomi a cui guardiamo con interesse – conferma l’ex consigliere comunale – ma un aspetto deve essere chiaro a tutti: dialogheremo esclusivamente con chi vuole costruire una reale alternativa al “metodo” utilizzato da Ciro Borriello & company. Non siamo disponibili né a compromessi né, tanto meno, a ricatti. Piuttosto, non si dovessero creare le condizioni per un’alleanza basata su progetti e idee, siamo pronti a una battaglia identitaria».
Insomma, una corsa solitaria per provare a scendere in campo come unica e vera alternativa alla passata amministrazione comunale, in grado di segnare concretamente un solco rispetto al passato: «All’interno del Pd di Torre del Greco – conclude Massimo Meo – abbiamo uomini e donne in grado di rappresentare il cambiamento. Siamo disponibili al confronto con tutte le forze politiche della nostra area, ma senza alcuna imposizione».