Diciotto sentenze di abbattimento definitive e una diffida al Comune a eseguirle in danno ai proprietari delle strutture. C’è un fascicolo inviato dalla Procura a Palazzo Farnese dietro la decisione di stanziare 300mila euro in bilancio per il fondo rotativo riguardante gli abbattimenti delle opere abusive. Il Comune di Castellammare non potrà più tirarsi indietro dopo l’aut aut della Procura e sul tavolo del dirigenti c’è un elenco di case, in alcuni casi delle vere e proprie ville, che dovranno andare giù tra il 2018 e il 2020. I 300mila euro probabilmente non basteranno a eseguire tutti gli abbattimenti ordinati dalla Procura e non è un caso – nemmeno stavolta che nella nota integrativa del bilancio approvato dal commissario prefettizio Gaetano Cupello venga annunciata l’accensione di un prestito per provvedere al piano di abbattimenti, così come richiesto dal settore edilizia privata. Insomma, il Comune proverà a reperire nuove risorse per completare le 18 demolizioni finite nell’elenco inviato dalla Procura a Palazzo Farnese.
La lista
C’è assoluta segretezza sull’elenco che la Procura ha inviato a Palazzo Farnese nelle settimane scorse, ma è chiaro che l’attenzione sia rivolta principalmente alla questione Varano. Sulla collina dove vige il vincolo archeologico sono tante le sentenze d’abbattimento già definitive, e decine i ricorsi che pendono davanti a Tar e Consiglio di Stato. Una questione annosa che più volte ha visto scontrarsi anche le forze politiche. Le scorse amministrazioni avevano provato anche ad avviare una sorta di trattativa con la Soprintendenza, con l’obiettivo di svolgere verifiche con l’ausilio dei georadar per capire se effettivamente sotto case, palazzi e attività ci sono reperti archeologici. Ma il Ministero ha sempre respinto questa ipotesi, continuando a ritenere abusive e quindi da abbattere tutte quelle strutture realizzate nell’area sottoposta al vincolo. Nel mirino della Procura, tuttavia, non c’è solo Varano. Nella lista, infatti, sarebbero finite anche case – addirittura vere e proprie villette – costruite nella frazione alta, tra Privati e Madonna della Libera, in zone dove ricade il vincolo paesaggistico e in area a forte rischio dal punto di vista del dissesto idrogeologico. Anche per queste strutture sono ormai arrivate le sentenze definitive d’abbattimento che dovranno essere eseguite in danno ai proprietari.