Il consiglio di classe decide di punire i giovani studenti che hanno protestato con un sette in condotta ma i genitori di un alunno decidono di trascinare la scuola davanti ai giudici. Una vicenda che dopo anni di attese e di battaglie si è conclusa però con l’ennesima sentenza che rinvia tutto il procedimento all’autorità amministrativa, insomma senza alcuna decisione.
Gli studenti del plesso scolastico del “Pitagora-Croce” decidono di protestare e, in contemporanea con altre scuole italiane, proclamano lo stato di agitazione che diventa una parziale occupazione della scuola. La protesta va avanti per un po’ fino alla decisione di terminare e liberare le classi che erano state occupate. L’atteggiamento non va giù agli insegnanti e ovviamente al consiglio di classe che decide di di attribuire a tutti gli studenti della classe III B – fatta eccezione per un solo alunno – il voto di sette/ decimi in condotta. La cosa non viene presa bene dagli studenti e dagli stessi genitori che deciso così di farsi sentire.
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