In quel cantiere che affaccia sul mare di Torre Annunziata, tra le scogliere grigie e la sabbia scura, aveva creato una vera e propria scuderia. Una fabbrica che sfornava alcuni degli yacht più veloci e potenti del mondo. Delle vere e proprie Ferrari del mare con motori da 5.000 cavalli distribuiti su una superficie di 26 metri. Una potenza straordinaria capace di abbattere il muro dei 50 nodi di velocità. Il tutto accompagnato da un radar sensibilissimo, in grado di individuare anche una barchetta lontana diverse miglia. Ma quelle navi da sogno, il manifesto dell’eccellenza della cantieristica torrese, non venivano create per i clienti vip. Ma per boss, narcos e camorristi. Gente pronta a tutto pur di “seminare” la polizia tra le onde del Mediterraneo. Una brutta storia che a Salvatore Izzo, imprenditore di punta del settore navale, è costata una condanna a 7 anni e 8 mesi per traffico internazionale di droga. Dopo 6 anni di carcere il “re” degli armatori – grazie alla richiesta presentata dal suo avvocato, Luciano Bonzani – ha ottenuto la semi-libertà.
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