A Scafati si registra un aumento delle separazioni. Inoltre, sono molte le coppie separate di fatto che, o per difficoltà economiche e pratiche o per i figli, decidono di rimanere separati sotto lo stesso tetto. E non sono casi sporadici, anzi. Separarsi costa, e questo comporta delle scelte difficili che molto spesso finiscono per aggravare le condizioni sociali ed economiche della coppia. A spiegarlo è la dottoressa Anna Maria Campitiello, mediatrice familiare e collaboratrice dell’associazione Futuro Famiglia. C’è ad esempio Mario, sposato con Stefania (entrambi sono nomi di fantasia) costretto a dormire nella sua auto parcheggiata nel box sottostante l’appartamento dove vivono la moglie e il figlio. Mario ha sulle spalle il mutuo che divide con la moglie, entrambi hanno deciso di separarsi, ma è impossibile riuscire a vivere in un altro appartamento, sostenendo i costi di affitto e utenze, oltre al mantenimento dovuto al figlio. E così la sua auto è diventata la camera da letto, e il box la sua dimora. E per quanto possa essere una situazione limite, secondo la dottoressa Campitiello non è un caso isolato. C’è poi la storia di Antonio e Anna, che hanno deciso di “tagliare la casa in due” usando come tramezzi gli stessi mobili d’arredo. Una parete attrezzata divide in due il salone, ospitando per metà la camera da letto del marito mentre una fioriera divide il terrazzo esterno. I due bagni permettono una equa divisione mentre la cucina è usata ad orari diversi. «Molte volte queste soluzioni possono essere addirittura più dolorose per i figli i quali vivono in un clima di tensione costante e di parole mancate. La freddezza che si respira in questi casi non fa certo meno male dei conflitti» aggiunge la Campitiello. Avviare le procedure per il divorzio può costare dai 2 ai 5 mila euro, secondo gli eventuali ostacoli o impedimenti che i partner si pongono davanti. A questo si aggiunge il costo di due appartamenti, il mantenimento dovuto ai figli ed eventualmente al coniuge non autosufficiente. A Scafati nel 2007, secondo l’Istat, c’erano 262 divorziati su 50.735 residenti, pari al 0,5% della popolazione. Dieci anni dopo, nel 2017, su 50.833 residenti i divorziati sono saliti a 424, arrivando allo 0,8% mentre i coniugati sono stabili sul 49%. I non sposati sono il 44% e il restante 6% sono i vedovi. «L’insoddisfazione è senz’altro una delle ragioni che portano alla crisi della coppia. Riversare sull’altro le proprie insoddisfazioni e frustrazioni genera un clima di astio e conflittualità. Con l’arrivo del figli, molti si sentono gravati da responsabilità troppo grandi e, soprattutto se non vi è una condivisione di compiti, lo stress è un altro elemento soffocante. Non è da sottovalutare l’effetto dirompente della crisi economica oltre all’attrattiva di uno stile di vita più promiscuo, sempre potenzialmente aperto ad avventure seducenti» osserva ancora Anna Maria Campitiello. Più facile separarsi che riconciliarsi? «Risulta difficile riconciliarsi senza un adeguato supporto psicologico o l’aiuto di un esperto che aiuti la coppia a ripristinare un canale comunicativo assolutamente necessario per ricominciare la vita a due». E qual è il segreto per un matrimonio duraturo, e soprattutto vero? «Il segreto per la serena prosecuzione della vita insieme sta nella capacità di accettarsi reciprocamente» conclude la mediatrice familiare. E mettere da parte l’orgoglio personale neanche sarebbe male.