Mentre Sara muore il marito filma i suoi ultimi rantoli. Alla tragedia assiste anche la figlia di quattro anni: «Tranquilla, mamma dorme» le dice il padre. Dopo meno di un minuto e mezzo dall’inizio della registrazione – il display del cellulare con cui viene effettuata segna le 4.15 di notte – il respiro della donna ripresa nel filmato si spegne. Un rantolo che accompagna gli ultimi istanti di vita di Sara Aiello, 36enne di Pimonte, ripresi dal marito, Massimo Marano, nella loro casa di Pompei, dove la notte del 3 giugno 2015 la donna morì, nel suo letto.Ad effettuare la registrazione è il marito stesso – che al momento non risulta indagato – avendo avuto disposizioni in tal senso da un medico, un noto neurologo, che aveva visitato la moglie appena tre giorni prima. Essendo già stata colpita da una crisi due mesi prima della morte, un malore che aveva reso necessario un intervento d’urgenza da parte del 118, che era valso a salvarle la vita. Un episodio strano, visto che la donna non aveva mai sofferto di alcuna grave malattia in passato. Quel medico aveva consigliato al marito di Sara in caso di un ulteriore malore, se possibile, di riprendere la crisi per poi sottoporgli il filmato, in modo da poter addivenire a una diagnosi più precisa.Cosa che effettivamente l’uomo fa, quella terribile notte di quasi tre anni fa, in cui però la crisi che colpisce Sara risulta fatale. Sono le 4 di notte quando il marito prende il cellulare e inizia a riprendere; nella stanza c’è anche la figlia maggiore della coppia, che all’epoca aveva quattro anni: nel filmato si sente il papà che la rassicura, dicendole “non ti preoccupare”. Dopo meno di 80 secondi non si sente più il respiro affannoso: Sara resta con gli occhi socchiusi, priva di sensi. E’ morta. Ma il marito continua a riprendere. Va avanti per altri sette minuticirca, durante i quali non vengono chiamati i soccorsi. Invita però la bambina ad andare nell’altra stanza. Passa qualche secondo e si accorge che non si sente il respiro, allora cerca di “svegliare” sua moglie con degli schiaffetti sulle guance. Va avanti così per un paio di minuti, poi invita di nuovo la figlia, tornata nella stanza, ad andare di là: “vedi sta dormendo” le dice. Nel video si intravedono degli spasmi post-morte, piccoli movimenti della bocca. Sono passati circa 4 minuti dall’inizio del video. Massimo Marano continua a cercare di “svegliare” la moglie con dei colpetti sulle guance, poi dice alla figlia di prendere due cuscini.
A un certo punto la ripresa video si interrompe, mal’audio continua: l’uomo chiede alla bambina di prendere la macchinetta per misurare la pressione sanguigna, e quando si accorge che l’apparecchio non registra il polso esclama “ma come è possibile, non risulta niente”. Poi il video si interrompe. Sono passati 8 minuti e mezzo in tutto. Probabilmente solo adesso chiama i soccorsi, e quando arrivano gli operatori del 118, intorno 4.40 di notte, ormai è troppo tardi. Non possono far altro che registrare la morte di Sara Aiello e darne notizia anche alle forze dell’ordine. E a loro che, nel raccontare l’accaduto, Massimo Marano rivela l’esistenza di quel video, spiegando il motivo per cui lo ha registrato. Il filmato viene acquisito agli atti. In quegli otto minuti ci sono gli ultimi istanti di vita della moglie, ripresi dal marito che non si rende conto della gravità di quello che sta accadendo sotto i propri occhi. Forse pensa che grazie a quel filmato un dottore avrebbe potuto curare la moglie. Invece immortala i suoi ultimi istanti di vita.