Il lavoro che non c’è, una madre malata di Alzheimer e ricoverata in una casa di cura, la compagna svanita nel nulla con suo figlio di appena 4 mesi. Giuseppe Caserta, 48enne originario di Salerno, si è trasferito all’età di 6 anni con la sua famiglia a Castellammare di Stabia e ha messo da parte tutto pur di stare accanto alla madre malata. Ma, ritrovatosi senza una casa e senza un lavoro, è caduto in depressione al punto da meditare per ben due volte il suicidio. «Quando penso alla mia condizione attuale mi sale l’angoscia – racconta Giuseppe – e la mia mente fragile in qualche occasione mi ha spinto persino a un passo dal togliermi la vita. Ho assistito mia madre, barcamenandomi tra lavoro e servizi in casa e rinunciando a tutto pur di starle accanto. Vivevo in una casa in affitto grazie alla pensione da 400 euro che percepisce mia madre e ai soldi che racimolavo lavorando presso un’impresa di pulizie o nel settore dolciario. Ma non riuscivo a conciliare lavoro e assistenza e ho dovuto mollare tutto. Mia sorella, però, tre anni fa ha deciso di rivolgersi agli assistenti sociali, i quali, anziché affidare una badante a mia madre, le hanno imposto il ricovero in una casa di cura. E per me è stato l’inizio della fine».
Senza lavoro e casa. L’appello di Giuseppe:«Ridatemi mio figlio»