Ieri pomeriggio, all’istituto di medicina legale del Secondo Policlinico di Napoli, è stato eseguito l’esame autoptico sul corpo del giovane “fedelissimo” di Francesco “Ciccio” Di Martino. I risultati, soprattutto sulle risultanze balistiche, sono attesi con interesse dalle forze dell’ordine che conducono le indagini, coordinate dalla Dda e affidate ai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia.
Certo è che l’agguato rappresenta un segnale inquietante, foriero di possibili gravi conseguenze sugli equilibri criminali della zona, che all’improvviso si sono scoperti fragili. Mentre in teoria si ritenevano ben più “consolidati”. Nell’area, infatti, vige incontrastato il predominio del clan Di Martino, soprattutto nella zona di Gragnano e di Pimonte, mentre ad Agerola a dettare legge resta la cosca “storica” dei Gentile. Legata, tra l’altro, anche da vincoli di parentela con gli Afeltra-Di Martino. Difficile quindi ipotizzare una sfida “dall’esterno” a un blocco così granitico. Ed è molto preoccupante, quindi, l’ipotesi – ovviamente tutta da verificare – di possibili dissidi interni, che rischierebbero di scatenare altra violenza.
Ed è per questo che subito dopo l’agguato sono state effettuate perquisizioni a tappeto presso le abitazioni di boss e pregiudicati della zona, alcuni dei quali sono tornati a piede libero di recente, dopo lunghissimi periodi di detenzione.
Di pari passo, lo Stato ha aumentato la sua presenza sul territorio per mettere pressione attraverso le forze dell’ordine a chi stesse covando eventuali propositi di vendetta dopo quanto accaduto.
Anche nell’ultimo fine settimana la zona tra Gragnano, Pimonte e Agerola è stata cinta d’assedio, con posti di blocco nei punti nevralgici della statale che li collega, attraversando proprio il paese teatro dell’agguato.
Inutile dire che a Pimonte la tensione è altissima, così come il terrore che i tempi bui della faida di camorra possano tornare, insanguinando le strade di un paese che faticosamente per anni ha tentato di scrollarsi di dosso la scomoda etichetta di terra di camorra.