Nell’anno magico della promozione in serie B, Donovan Maury è stato il capitano della Juve Stabia lasciando poi la fascia a Giorgio Corona.
Il ‘tir’ belga, invece, lo è stato capitano nei primi due anni in serie B. Difensore rude, implacabile sull’uomo e leader di quella Juve Stabia dei miracoli capace di fa paura a Torino, Sampdoria e tante altre corazzate come il Pescara di Insigne, Immobile e
Verratti. In totale con la Juve Stabia Maury ha giocato 84 partite ufficiali tra serie B, Prima e Seconda Divisione e coppa Italia. Aveva lasciato le Vespe nel gennaio del 2013 con le lacrime agli occhi per tornarsene in Belgio per una proposta di vita irrinunciabile. Qualche anno fa era tornato in Italia giocando in Eccellenza col Sorrento del presidente Giglio per poi tornare definitivamente in Belgio.
Uno di quei calciatori che con la maglia delle Vespe ha compiuto in due anni la scalata dalla serie C2 alla B. Belga di nascita ma quasi stabiese d’adozione perché Donovan Maury, in fondo, è sempre stato il giocatore di riferimento della famiglia Giglio e Manniello. Furono proprio loro a portarlo dalla vicina Sorrento a Castellammare. Il primo campionato del difensore, però, si rivelò un disastro con l’assurda retrocessione in serie C2 dopo una campagna acquisti pazzesca con gli arrivi di Biancolino, Capparella e Grieco. Poi, però, arrivarono anni di vittorie, indimenticabili. Fino all’apice con la conquista della B il 19 giugno a Roma, nella finale contro l’Atletico. Oggi il ‘tir’ Maury gioca in una squadra del Belgio, il Rus Ethe: “Anche noi facciamo i playoff – dice l’ex capitano della Juve Stabia – Mi sto divertendo a giocare con la squadra del mio paese. Siamo in D3 e vorrei farla salire, poi posso anche smettere di giocare”, dice il difensore che poi entra nel merito della stagione delle Vespe. “Sono felice per Fabio Caserta. Speriamo che possa chiudere il suo primo anno da allenatore alla grande e imitare Massimo Rastelli, che con la Juve Stabia vinse subito il campionato – dice Donovan Maury – Non ho avuto la fortuna di avere Fabio come allenatore ma da calciatore e compagno di squadra. Credo che sotto certi aspetti forse è simile a Rastelli. Due grandi allenatori che riescono con il carisma a creare gruppi capaci di imprese”.