Fu Michele Visiello, 54enne pregiudicato di Torre Annunziata legato al clan Gallo-Cavalieri, a ridurre in fin di vita il figlio di Francesco Amoruso, quest’ultimo killer del clan Gionta morto in carcere 4 anni fa. E’ quanto hanno stabilito i giudici della Corte di Cassazione a 9 anni dalla terribile aggressione avvenuta nella primavera del 2009 in corso Umberto I, a Torre Annunziata. Dopo quasi un decennio di ricorsi, processi e carte bollate il presidente della seconda sezione penale, Piercamillo Davigo (ex pm del pool “Mani Pulite”) ha scritto la parola fine sulla storia di quel raid di chiaro stampo mafioso (secondo i giudici). Lo ha fatto confermando la condanna a 14 anni di carcere per Visiello, accusato di tentato omicidio con l’aggravante di aver agito in nome del clan. A nulla è servita la richiesta di revisione del processo da parte dell’imputato (richiesta respinta dalla Corte d’Appello di Perugia nel febbraio del 2017). Secondo la Cassazione le prove a carico di Visiello sono schiaccianti, nonostante i dubbi e le interpretazioni della difesa.
Torre Annunziata
12 maggio 2018
Pestò il figlio del boss Amoruso, condannato il ras dei Gallo