Scafati – Non solo Nello Maurizio Aliberti, il fratello Pasquale e lo staffista dell’ex sindaco Giovanni Cozzolino nella inchiesta parallela a Sarastra denominata “Satyricon” condotta dal sostituto procuratore della Dda di Salerno Silvio Marco Guarriello. Imprenditori, ex politici e semplici amici di Pasquale Aliberti nel mirino degli inquirenti: secondo l’ipotesi accusatoria tutti avrebbero dato una mano all’ex sindaco detenuto agli arresti domiciliari a Roccaraso. Favori, per influenzare la vita politica scafatese. Sarebbero stati rivelati nelle 1.000 pagine d’intercettazioni ambientali e telefoniche. Conversazioni carpite in diverse auto, tra cui quella del fratello dell’ex primo cittadino, Nello Maurizio, ora al vaglio della Dda di Salerno. Dopo le prime conversazioni rese note nell’udienza preliminare di “Sarastra”, il 26 aprile scorso, sono altri i dettagli su cui la Procura intende soffermarsi. Al vaglio, infatti, ci sarebbero le comunicazioni scritte, riconducibili all’ex primo cittadino, indirizzate agli altri indagati nello stesso procedimento. Ma non solo a loro. Quel sospetto era nato dopo alcuni retroscena dell’inchiesta che solo il primo cittadino avrebbe potuto sapere ma che poi si sono potute rivelare come l’uovo di Colombo. Lunghe note, con tanto di richieste e raccomandazioni, lette per intero da alcune persone che ne erano entrate in possesso. Confronti ad alta voce captati dalle cimici della Dia, piazzate su delega della magistratura, diventati materiale d’inchiesta per i giudici che, dal 2015, indagano sul presunto “sistema Scafati” che avrebbe portato a un patto con i clan in cambio di appalti pubblici. La vicenda portata alla luce nel corso dell’udienza preliminare del 26 aprile presso l’aula bunker del carcere di Fuorni dal pubblico ministero Vincenzo Montemurro era quella tra Nello Aliberti e Giovanni Cozzolino che parlavano di recuperare la famosa delibera sui presunti favori alle ditte funebri. I due sarebbero stati aiutati da insospettabili e da altre persone coinvolte marginalmente fino ad ora nell’inchiesta e mai raggiunte da un avviso di garanzia. Per il momento. Se confermato, il quadro porterebbe a una violazione delle prescrizioni del Tribunale da parte di Pasquale Aliberti, che lo scorso febbraio aveva ottenuto i domiciliari a Roccaraso senza l’utilizzo del braccialetto elettronico e con la presenza in Abruzzo dei genitori, ma stessa identica situazione si profilerebbe per gli altri indagati, già finiti al vaglio della Procura per le prime 9 pagine dell’operazione “Satyricon”. Il filone collegato all’inchiesta sul voto di scambio mira a fare luce sui rapporti dei vari indagati con Pasquale Aliberti. La Smart del fratello Nello non è l’unica macchina a essere finita nel mirino degli investigatori coordinati dal sostituto procuratore della Dda di Salerno Silvio Guarriello.
Scafati
18 maggio 2018
Presunti favori all’ex sindaco. Tremano amici e altri politici