Scafati – E’ durata circa sette ore la seconda fase dell’incidente probatorio chiesto e ottenuto dalla Procura Antimafia di Salerno tra i testimoni del processo Sarastra e gli stessi imputati (mancava solo Roberto Barchiesi) accusati dal pubblico ministero Vincenzo Montemurro di voto di scambio politico mafioso. Davanti al gup Emiliana Ascoli presso l’aula B della Corte d’Appello di Salerno, si è dato vita al controesame di Lello Lupo, ex consigliere comunale e promotore nel 2013 della lista civica “Grande Scafati” che ha continuato a confermare le sue dichiarazioni sulle accuse contro Pasquale Aliberti. Precisando, ancora una voltasu richiesta delle difese degli imputati- che nel 2015 i voti di alcuni esponenti camorristi di Scafati erano per Pasquale Coppola, candidato «contrappposto a Monica Paolino». Ma ieri non è stata solo la giornata del controesame di Lello Lupo in Tribunale: infatti, era presente anche l’imprenditore conserviero Nello Longobardi (parte offesa nel procedimento penale) che ha ancora un volta ribadito come lui stesso era vittima della camorra ed era «vessato dai Ridosso». E cheha poi spiegato- come Luigi Ridosso gli aveva chiesto di intercedere con l’allora sindaco di Scafati Pasquale Aliberti per la candidatura dell’Acse di Ciro Petrucci. Longobardi ha ripercorso tutti i suoi rapporti nell’ambito delle elezioni 2013 e del 2015 con la famiglia Aliberti e poi anche ripercorso tutti quelli che sono stati due rapporti in una situazione di sudditanza con gli elementi del clan Ridosso Loreto. L’imprenditore Aniello Longobardi e parte lesa nel procedimento e dopo le sue dichiarazioni di conferma è stato contro interrogato dagli avvocati difensori in merito anche alla sua attività professionale e ai suoi presunti rapporti con il clan relativamente al pagamento di alcune fatture. Era stato proprio l’imprenditore scafatese a spiegare di essere stato costretto a pagare il pizzo sotto forma di incarichi da parte degli esponenti del clan e poi aveva svelato i rapporti tra politica e camorra in alcuni passaggi chiave dell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Vincenzo Montemurro. Prossimo appuntamento è per il 6 giugno a Nocera Inferiore quando ci sarà l’inizio del processo sul voto di scambio politico mafioso a Scafati. Tra gli altri imputati oltre all’ex sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, il fratello Nello Aliberti, l’ex consigliere comunale di Scafati, Roberto Barchiesi, l’ex staffista comunale Giovanni Cozzolino, il pentito ed ex boss Alfonso Loreto (abbreviato), la consigliera regionale Monica Paolino, l’ex vice presidente della società partecipata Acse, Ciro Petrucci i cugini Andrea, Gennaro e Luigi Ridosso, (abbreviato). Nel collegio difensivo fanno parte tra gli altri, l’avvocato Gennaro Lepre (legale dell’ex sindaco) quindi Carlo Maresca, Stanislao Sessa e Costantino Cardiello (difensore di Monica Paolino). I riti alternativi saranno discussi davanti al giudice per le udienze preliminari Ascoli a Salerno il prossimo 23 giugno mentre per gli imprenditori nel campo delle onoranze funebri Giuseppina Ametrano, Alfonso Cesarano e Catello Cesarano accusati di aver beneficiato di presunti favori dall’allora amministrazione di Palazzo Mayer guidata proprio da Pasquale Aliberti.
Scafati
24 maggio 2018
Patto con la camorra. Accuse ad Aliberti sulla nomina all’Acse