Napoli – E se le statue classiche tornassero a colori? Almeno virtualmente oggi si puo’. Il Museo Archeologico nazionale di Napoli sara’ il primo in Italia realizzare un database sulla policromia antica utilizzabile sia dagli studiosi che dal pubblico. Le prime statue ad essere analizzate saranno quelle della collezione Farnese, a partire dall’Atlante, ma tra le cento opere individuate, che non si sposteranno dalla loro collocazione, ci sono anche le pompeiane ‘Venere in bikini’, con il suo celebre ‘due pezzi’ dorato, e Venus Marina, il rilievo del Thiasos dionisiaco di Ercolano. Il progetto, presentato dal direttore Paolo Giulierini, si chiama MANN-IN-COLOURS, curatrice e’ l’archeologa Cristiana Barandoni. La prima fase durera’ tre anni e impieghera’ nuove tecnologie e software digitali mai usati nel nostro paese grazie alla collaborazione scientifica con la National Taiwan Normal University di Taipei. Parallelamente alle indagini diagnostiche, che partiranno da luglio in collaborazione con il laboratorio di restauro del MANN, sara’ fin da subito parte integrante del progetto l’apertura verso il pubblico di tutte le fasi della ricerca, grazie alla realizzazione di una Expert Room o ‘cantiere aperto’; sara’ inoltre creato un sito web dedicato. “Dopo aver dedicato lo scorso anno una mostra a Winckelmann – spiega Giulierini – uno dei teorizzatori del ‘candore’ delle statue classiche che aprira’ una scuola di pensiero tenacemente impermeabile all’idea del colore, il MANN continua nel grande processo di stimolo della ricerca concentrandosi appunto sulla policromia, che rende molto piu’ vicini i capolavori antichi alla tradizione della statuaria lignea sovradipinta di eta’ medievale e rinascimentale presente nelle nostre chiese. Lo straordinario effetto dei pigmenti, che mira ad una volonta’ di realismo, ci porta a riflettere su quanto parziali e decontestualizzate possano essere le esposizioni museali. Per fare un esempio sarebbe come se noi esponessimo fra 2000 anni una macchina da corsa di una nota casa costruttrice di Maranello senza il caratteristico colore rosso: le avremmo privato l’aspetto piu’ identitario”. Ulteriore avanzamento del progetto sara’ la MANN Experience. “Le sculture verranno rese fruibili attraverso tecnologie VR (Realta’ Virtuale) e AR (Realta’ Aumentata) e altri metodi di interazione”,. spiega in un videomessaggio Len Wang Yung-Luan, direttore responsabile di questi settori dell’ateneo di Taipei. “La collaborazione con il MANN e’ per noi un’esperienza molto preziosa e stimolante: speriamo possa dare ai visitatori un’esperienza meravigliosa mai vissuta prima”, dichiara Justin Hsu Ho-Chieh, direttore degli Affari Generali e docente della facolta’ di Design.
CULTURA
4 giugno 2018
Musei: MANN in Colours, le statue classiche riscoprono i colori