«Avevo già occupato la carreggiata con il mio scooter, quando da lontano ho sentito il rombo del motore di un’auto avvicinarsi velocemente. E’ stato un attimo. Un boato. Mi sono risvegliato a terra qualche istante dopo. Attorno a me c’erano solo sangue e brandelli di carne». Ha gli occhi lucidi Nicolò S., 18enne di Castellammare di Stabia, mentre a fatica scava nel cassetto dei ricordi più bui. Davanti a lui c’è il giudice del tribunale di Torre Annunziata, Riccardo Sena. Ci sono cancellieri e avvocati. E c’è soprattutto il 28enne che era alla guida dell’auto e che oggi è imputato con l’accusa di lesioni personali stradali gravissime. Si perché di quel terribile incidente Nicolò porta un segno che non potrà mai cancellare: una protesi di titanio che sostituisce parte della sua gamba sinistra. «Me l’hanno amputata qualche tempo dopo l’incidente – ripete al tribunale provando a frenare le lacrime – Questa tragedia mi ha segnato la vita. Giocavo a calcio a livello agonistico. Avevo tante passioni. Per riuscire ad essere qui oggi ho dovuto combattere le mie paure, le mie angosce».
CRONACA, Pompei
9 giugno 2018
Incidente choc, la testimonianza di una giovane promessa del calcio