Sant’Antonio Abate Minacciati di morte e aggrediti per una partita di pallone di prima categoria. Succede anche questo nel sottobosco del calcio di provincia. Lontano dai riflettori del professionismo ma a due passi dai grandi problemi che sono sotto casa. E così finisce che un allenatore e un presidente di una squadra di dilettanti – che sulla carta dovrebbero giocare soltanto per divertirsi – finiscono a processo con l’accusa di aver minacciato e aggredito alcuni ragazzini di 20 anni e il loro mister. Una brutta storia che martedì mattina è stata raccontata, dalle vittime, davanti al giudice monocratico del tribunale di Torre Annunziata. Sul banco dei testimoni sono saliti davvero tutti. Dall’allenatore ai giovanissimi calciatori, passando per massaggiatori e dirigenti della squadra.
I fatti
E’ il 27 novembre del 2016. Allo stadio di Sant’Antonio Abate si gioca una partita importante. Al “Varone” di via Buonconsiglio si affrontano la Virtus Sant’Antonio, che annaspa nei bassi fondi della classifica, e la Millennium Bellavista, squadra di Vico Equense che è in testa al girone E di prima categoria. Un testa-coda entusiasmante che però si trasforma subito in un inferno. Dopo un primo tempo spigoloso, pieno di falli e cartellini, la Virtus è sotto di un gol e gioca in 9 perché due calciatori sono stati espulsi. Ed è proprio al fischio finale della prima frazione che, secondo i testimoni sfilati ieri in aula, succede qualcosa. «Appena abbiamo preso la strada dello spogliatoio hanno cominciato a minacciarci – il succo delle parole ripetute in corso mister Tommaso Spano e dai suoi calciatori durante l’udienza – dicevano che dovevamo “posare i 3 punti”, perché i loro “ragazzi tenevano le pistole nei borsoni”». Minacce choc ripetute, nel corso della propria deposizione, da tutti i testimoni (una decina) che hanno sfilato davanti al giudice monocratico del tribunale di Torre Annunziata. E non è l’unica nota “stonata” di quello che doveva essere un tranquillo sabato pomeriggio di pallone. «All’imbocco degli spogliatoi c’era un signore che ha cominciato a colpirci con schiaffi e pugni. Noi siamo scappati negli spogliatoi. Ma non ci siamo arresi. Nonostante tutto siamo rientrati in campo, abbiamo ripreso a giocare e abbiamo comunque vinto la partita». A processo per questa vicenda ci sono R. D. S., all’epoca allenatore della squadra abatese, e il presidente, L. D. R.. Entrambi sono stati denunciati da calciatori e mister della Millennium Bellavista qualche settimana dopo il “fattaccio”, davanti agli agenti del commissariato di Castellammare di Stabia. Nel corso dell’udienza, replicando alle domande dei legali degli imputati, l’allenatore Spano ha affermato: «Avrei preferito che le scuse me le facesse sul campo. Noi non abbiamo istigato nessuno – le parole dell’allenatore della Millennium Bellavista – la mia squadra ha anche vinto la coppa fair play per il suo comportamento ineccepibile in campo in quegli anni». Nella prossima udienza verranno ascoltati altri testimoni ed eventualmente gli imputati, chiamati a raccontare la propria versione dei fatti rispetto alle dure accuse emerse nel corso dell’udienza andata in scena ieri mattina.