«Rispetto verso Nostra Madre Capri». Nascono sull’isola azzurra le sentinelle ambientali per tutelare e difendere le acque capresi mentre da più parti si chiede a gran voce di istituire l’area marina protetta. Il mare di Capri diventa sempre più oggetto di arrembaggi di centinaia di imbarcazioni che quotidianamente fanno delle acque intorno all’isola un vero e proprio tappeto. Una situazione che ha fatto invocare anche da parte di tanti capresi e amanti dell’isola la necessità quanto prima di perimetrare il mare dell’isola e farne un parco tutelato dove barche e motoscafi non possano virare con manovre azzardate né mezzi, a prescindere dalla misura e lunghezza, entrare in tutte le piccole e preziose grotte che contornano quel piccolo scoglio amato e conosciuto in tutto il mondo. Intanto nasce l’associazione dal nome “Capriamoci” che con tanto di bandierine fluorescenti con il logo impresso si impegna a far rispettare velocità e distanze dalla costa delle imbarcazioni e a ridurre al minimo manovre a mare che possano deturpare le bellezze naturalistiche di quel piccolo ed affascinante lembo bagnato da acque cristalline.«Grazie all’amore per la nostra terra – spiegano dall’associazione Capriamoci – e al senso di appartenenza che ci lega alla nostra isola nasce a Capri un’associazione che ha come scopo principale lo sviluppo di un turismo sostenibile e responsabile, nonché la rispettosa fruizionedelle acque costiere». Un gruppo di amanti del mare caprese guidati dalpresidente Luca De Simone che nel loro manifesto programmatico hanno chiestocome «primo atto ufficiale a tutti i comandanti di imbarcazioni di tutte le dimensioni, capresi e non» di garantire «una navigabilità più tranquilla e sicura». Per salvare il mare di Capri la neonata associazione chiede di «mantenere una velocità di governo adeguata a poca distanza dalla costa e ridurre al minimo le manovre nei siti di interesse al fine di evitare spiacevoli ingorghi che potrebbero ledere la bellezza naturalistica che a colpo d’occhio contraddistingue la nostra isola». E poi da parte di quelle che si possono simbolicamente definire guardie azzurre un appello al rispetto. «Rispetto sotto tutti i punti i vista e verso tutti i fruitori del mare caprese. Dalla donna incinta al bambino che fa il bagno in spiaggia – dicono – dal marinaio conducente di un piccolo gozzo al magnate di turno che si sposta con il suo tender, ma soprattutto rispetto verso Nostra Madre Capri».