Napoli – La bocciatura della legge regionale con cui il governatore della Campania Vincenzo De Luca aveva tentato di frenare le ruspe provoca un effetto domino in Regione. Eppure un tentativo simile era già passata al vaglio della Consulta, che aveva dato parere favorevole. E ora a “cantare vittoria” è Stefano Caldoro, predecessore di De Luca, che quella legge l’aveva presentata. E che adesso inevitabilmente punta il dito contro l’ex sindaco di Salerno, ritenuto «irresponsabile e accentratore. Inutile la sua legge ex novo, sonoramente bocciata dalla Corte. Questo il risultato di oggi. Abbiamo fatto un clamoroso passo indietro e colpito i legittimi diritti dei comitati anti-abbattimento e di chi chiede il pieno rispetto della legge» scrive su Facebook. La delusione e la paura sono alte per i 70mila cittadini che rischiano di dire addio alla propria casa, realizzata abusivamente e quindi destinata ad andare giù. Abbattimenti ormai alle porte, quindi. Ma Stefano Caldoro apre uno spiraglio: Onorevole Caldoro, cosa prevedeva la legge regionale presentata durante il suo governo? «E’ bene evidenziare che la mia legge aveva dei punti essenziali, il cui giudizio fu di “legittimità costituzionale”. L’acquisizione al patrimonio pubblico dei manufatti abusivi da parte dei Comuni, che poi gli enti locali avrebbero dovuto regolamentare per quanto riguarda la destinazione delle strutture acquisite. Quindi soltanto i Comuni avrebbero potuto decidere se trasformarli in scuole o altre strutture pubbliche. O anche scegliere di poterle dare agli occupanti, ma sempre dopo averla acquisita al proprio patrimonio».Cosa è stato modificato nella legge presentata dal governatore De Luca? «La parte più importante: la regolamentazione. Per l’attuale governatore De Luca i Comuni avrebbero dovuto aderire a un regolamento regionale. Del resto non è possibile decidere “il mantenimento degli occupanti” delle case ritenute abusive da parte del Comune, senza serbare nella legge delle motivazioni. Il tutto è stato ritenuto incostituzionale. La volontà di centralizzare tutto non è stata una scelta giusta. Soltanto gli amministratori locali possono avere la certezza delle esigenze locali e regolamentare l’aspetto urbanistico. Ed era quanto previsto dalla mia legge, che è stata poi prorogata fino al 2016».Chi ha contestato la sua legge regionale?«Il Partito Democratico, ovviamente. Far acquisire i manufatti ai Comuni per poi far decidere agli enti locali la destinazione fu motivo di una campagna mediatica fatta di accuse e altro. Fu così che si mobilitò l’allora premier, Matteo Renzi, per impugnare la legge. Dopo 4 mesi di battaglia la Corte Costituzionale mi diede ragione, perché nel pieno rispetto della Costituzione, quella legge lasciava ai Comuni le loro prerogative».Perché allora il governa-tore De Luca ha deciso di rimettere mano alla legge?«Perché la mia legge era, a parer suo, “carente”. E questo è il risultato».Quindi adesso la legge del 2013, firmata Caldoro, che fine farà? «Dovrà essere prorogata. Lo dovrà fare il governatore De Luca, come deciso dalla Corte Costituzionale. Il tempo è relativo, perché già dal prossimo consiglio regionale, che si svolgerà il 10 luglio, si potrà presentare un emendamento e far partire al più presto l’iter. Porteremo in aula la legge di Semplificazione».Quanti abusi edilizi si contano in Campania e quanti possono essere salvati?«In Campania ci sono 70mila abusi edilizi da abbattere. Più che quanti, si può dire quali potranno rientrare nella legge del 2013, qualora venga prorogata: tutte le case o le edificazioni che non insistono su suolo ritenuto Zona Rossa o a rischio idrogeologico».
politica
8 luglio 2018
Demolizioni, Caldoro a De Luca: «È responsabile di un disastro»