Potrebbe chiudersi senza colpevoli la vicenda giudiziaria nata dall’incidente mortale costato la vita ad Alessandro Cesarino, 47enne di Torre del Greco deceduto dopo uno scontro in moto in via Ercole Ercoli a Torre Annunziata il 17 maggio del 2017. A più di un anno dallo scontro fatale tra lo scooter di Cesarino e l’auto guidata da A.E. una 22enne di Castellammare di Stabia, il caso è stato discusso, nei giorni scorsi davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Torre Annunziata, Antonio Fiorentino.
L’incidente
Sono le 8 del mattino quando uno scooter di grossa cilindrata, uno “Yamaha TMax” imbocca lo stradone che spacca in due la periferia di confine tra Castellammare e Torre Annunziata. In sella c’è Antonio Cesarino, gioielliere di professione molto noto a Torre del Greco. All’improvviso, all’altezza di una pompa di benzina lo scooter entra in contatto con un’auto, una “Opel Corsa” che aveva invaso la corsia opposta per entrare all’interno della stazione di servizio. L’impatto è tremendo. Il corpo dell’uomo rimane schiacciato sotto il peso dell’auto. Per Cesarino non c’è niente da fare. Anche i soccorsi sono inutili. Il 47enne di Torre del Greco muore sul colpo. Qualche settimana dopo, grazie alle indagini condotte dai carabinieri, la 22enne alla guida dell’auto viene indagata con l’accusa di omicidio stradale. Una vicenda capace di riaccendere i riflettori sull’emergenza sicurezza nella periferia e in particolare sui pericoli legati a quella strada killer. Una strada già teatro, negli anni precedenti, di decine di incidenti, alcuni anche mortali. Come l’assurda tragedia costata la vita – nel 2014 – a un bambino di appena 5 anni. Investito e ucciso, mentre attraversava la strada assieme a sua madre, da uno scooter guidato da un fattorino 17enne senza patente.