C’è una montagna di processi che soffoca l’ufficio del Giudice di Pace di Gragnano. Sono 14mila. Cause che sono state iscritte a ruolo a partire dal giorno in cui ci fu riapertura del presidio della legalità di via Veneto. Processi che per il 70% dei casi riguardano contestazioni di cartelle Equitalia. La parte restante è un divisa tra infortunistica stradale, servizi condominiali, risarcimenti danni fino a un massimo di 5mila euro. Settemila cause in lista di attesa sono state attivate da marzo 2017 a dicembre dello stesso anno. L’altra parte, cioè altri settemila processi, riguardano casi registrati da gennaio 2018. Ma sono cifre che fanno discutere, che dimostrano che qualcosa non quadra. Numeri che soprattutto danno la percezione di uno squilibrio plateale tra l’ufficio del Giudice di Pace di Gragnano, e quelli di altri presidi che fanno riferimento al tribunale di Torre Annunziata: quattordicimila nel primo caso, appena 20mila nelle altre sedi. L’ufficio riattivato 17 mesi fa, in presenza dell’allora ministro di Giustizia, Andrea Orlando, serve l’utenza dei sette Comuni dei Monti Lattari, più o meno 85mila abitanti tra Gragnano, Sant’Antonio Abate, Santa Maria La Carità, Casola, Lettere, Pimonte e Agerola.
CRONACA, Gragnano
4 ottobre 2018
Gragnano. Giudice di pace sepolto da 14mila processi