IN TRINCEA PER LA LIBERTÀ – Zittire un giornale democratico rappresenta sempre l’anticamera di cose brutte, già viste nella storia di questo paese. La storia insegna, ma non ha scolari, come scrisse Antonio Gramsci. Metropolis è una voce insostituibile per tantissimi cittadini della provincia di Napoli, uno strumento di approfondimento e di lotta culturale in un territorio difficile che ha vissuto un processo di impoverimento impoverimento drammatico, che ha visto chiudere fabbriche e luoghi di aggregazione, che ha dovuto fare i conti con processi biblici di emigrazione di migliaia di giovani senza lavoro e senza prospettive, che ha fatto i conti con la camorra che ha rialzato la testa, dominando interi settori dell’economia e talvolta persino della politica. Ho avuto il privilegio di collaborare con il giornale ormai più di venti anni fa e per me ha rappresentato una straordinaria occasione di crescita professionale oltre che uno dei luoghi dove ho potuto alimentare la mia passione civile, la mia voglia di combattere le ingiustizie. Oggi hanno potere quelli che si sono presentati con la faccia dell’anticasta, che hanno criticato il sistema dalle fondamenta per poi accomodarsi sulla poltrona di Palazzo Chigi con chi in un trentennio ha trattato il sud come una ruota di scorta, un luogo di vizi e un’anomalia da cancellare. Sono alleati di chi ha urlato Forza Vesuvio e disprezzato i meridionali. Noi vesuviani non abbiamo altro che la nostra fame di libertà da difendere e per me quando si vuole spegnere la voce di un quotidiano significa che stai spegnendo un pezzo della mia libertà. I regimi iniziano così, quando la stampa viene messa sul banco degli imputati perché la ricerca della verità diventa un impaccio sulla strada del consolidamento di un potere assoluto è insindacabile. Andate avanti. Andiamo avanti. Forza Metropolis!
CRONACA, metropolis
25 ottobre 2018
Arturo Scotto: i regimi iniziano così, quando la stampa viene messa sul banco degli imputati