Parte da Milano ma arriverà presto in altre città italiane, Napoli compresa, il primo servizio di lavanderia a domicilio tramite app (Android e iOS). Si chiama Lavadì e sfrutta la collaudata piattaforma tecnologica di Laundrapp attiva dal 2015 nel Regno Unito.
Bastano pochi minuti e qualche click per scegliere la tipologia di bucato da lavare, programmare il ritiro con orario più comodo e la consegna a casa, in ufficio e ovunque si desideri, sempre con la possibilità di definire il timing migliore. Raccolti i dati dell’utente, viene definita la modalità di pagamento e l’ordine è finalizzato.
Il servizio in Italia è offerto da Ferraguti, importante gruppo nel settore della lavanderia industriale e da ForServices, azienda leader nelle consegne a domicilio. Partner esclusivo Pony, produttore di sistemi di stiratura professionale, che mette a disposizione macchinari in grado di stirare fino a 100 camice all’ora, con bassissimi consumi di energia ed una estrema facilità di utilizzo per l’operatore. A questa efficienza viene affiancata la capillare rete di lavanderie locali, a cui Lavadì non fa concorrenza ma da un’opportunità di espansione ed ampliamento dei servizi. Proprio grazie a questa sinergia, Lavadì, oltre ad offrire un servizio eccellente, garantendo un trattamento impeccabile anche dei tessuti più delicati e preziosi, riesce a essere competitiva sui costi.
“Il tempo è il bene più prezioso oggi e, grazie all’evoluzione tecnologica, abbiamo strumenti sempre più adatti a facilitare i processi, accelerarne le soluzioni e migliorare così la nostra vita” afferma Luca Bignone, AD di Lavadì Italia “Ecco perché crediamo nell’ottima accoglienza della nostra APP da parte del mercato italiano, sia per i ritmi frenetici contemporanei, sia per l’ampio target a cui ci rivolgiamo, dalle mamme-lavoratrici, ai giovani che escono di casa, dalle famiglie numerose ai single, in generale a tutte le persone che vogliono liberarsi dalle scomode attività domestiche, soprattutto se si possono risolvere rapidamente e in modo economico”.
Gennaro Annunziata