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La prof più presente d’Italia. Mai un’assenza in 41 anni
CRONACA
5 novembre 2018
La prof più presente d’Italia. Mai un’assenza in 41 anni
Marina Cappitti

Napoli – Mai un’assenza in quarantun’anni di insegnamento. Mai una malattia, un giorno di riposo. Neanche dopo quella volta che un suo alunno entrò con una pistola in classe. Maria Filippis docente di matematica a Portici e prima ancora a Sant’Anastasia li ricorda tutti quei giorni alla cattedra. «Sembra che il mio merito sia quello di essere l’unica insegnante in Italia a non essersi mai assentata in così tanti anni, ma io a scuola ci sono sempre andata volentieri » – dice quasi sorpresa, trasformando quel record in qualcosa di naturale, scontato. «Insegnare è prima di tutto una missione, devi esserci per i tuoi studenti il più possibile, soprattutto in territori difficili come i nostri, devono sapere che tu sarai lì ogni mattina. Non ho fatto nulla di speciale se non questo: il mio lavoro» le parole di “prof presenza”.Insegnante per i primi diciotto anni all’istituto comprensivo “Francesco d’Assisi” di Sant’Anastasia ha poi insegnato alla “Macedonia Melloni” di Portici, proprio la scuola dove aveva frequentato le medie quand’era piccola, ritrovandosi così dall’altra parte della cattedra. Cattedra che non ha mai lasciato vuota. «Se non quando – puntualizza – sono andata in maternità e quasi quasi mi dispiaceva». A darsi da fare perché le fosse riconosciuto quell’impegno quotidiano così sentito e forte verso l’insegnamento ed i suoi alunni è stato proprio il figlio: sua l’idea – e il regalo – di avviare la procedura perché fosse consegnata l’onorificenza al merito della Repubblica italiana a sua madre, ora che è in pensione. «Non mi piace definirla “pensione” – ribatte subito la docente di Portici -, ma preferisco dire che sono in ferie a tempo indeterminato per tutti i giorni di cui non ho usufruito quando lavoravo». Negli occhi ancora i volti dei suoi studenti «li ricordo tutti uno a uno, i colleghi un po’ meno», ammette sorridendo la prof che di certo non avrà attirato le simpatie dei docenti meno presenti e meno ligi al dovere. Mentre racconta, le sue mani che per anni hanno sfogliato migliaia di compiti, sporcandosi di inchiostro rosso e gesso, stringono la pergamena consegnata ieri alla Prefettura di Napoli, dove sono stati insigniti altri 32 cittadini di Napoli e della sua provincia.Le dita scivolano quasi titubanti sulla scritta che recita “Onorificenza di Cavaliere”. «Non ho fatto nulla di speciale» – ripete Maria, con semplicità. Come quella volta che un alunno entrò in classe, nella sua scuola a Sant’Anastasia, con una pistola nascosta. «Era il figlio di un malavitoso ed in casa nel cassetto di suo padre ne vedeva ogni giorno. Per lui era un motivo di orgoglio, io non mi mostrai sorpresa, né spaventata e cercai di fare quello che era giusto», dice con un grande rammarico nel cuore. «Non so che cosa faccia oggi, spero si sia salvato da quella strada. Molti dopo i 13 anni li ho persi di vista purtroppo». Ma altri invece vanno ancora a trovarla. «Anche grazie ai social, di cui non sono ancora molto pratica, ci teniamo in contatto. Uno dei miei ragazzi è diventato carabiniere e tanti studenti sono venuti a trovarmi per dirmi che avevano conseguito il diploma, la laurea o che lavoravano. Sono loro il mio orgoglio, più di ogni altro riconoscimento».

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