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Caos rifiuti a Torre del Greco, lo strano caso di Gema: la ditta del disastro Nu diventa «intoccabile»
CRONACA, Torre del Greco
24 novembre 2018
Caos rifiuti a Torre del Greco, lo strano caso di Gema: la ditta del disastro Nu diventa «intoccabile»
Alberto Dortucci Alberto Dortucci

Torre del Greco. Aveva praticamente un piede e mezzo fuori da Torre del Greco. Spinto via prima dall’avvio del procedimento di revoca dell’appalto deciso dall’ex commissario straordinario Giacomo Barbato e poi dallo scoppio di un’emergenza rifiuti senza precedenti – a dispetto delle «valutazioni ballerine» dell’Asl Napoli 3 Sud – all’ombra del Vesuvio. Eppure, il consorzio Gema – il colosso della Nu con sede a Pagani vincitore del bando da 46 milioni di euro per garantire i servizi di igiene urbana in città – non solo è rimasto saldamente al proprio posto, ma potrebbe vedere allungati i tempi della propria permanenza nella città del corallo. Insomma, parafrasando un capolavoro della cinematografia degli anni Cinquanta, il patron Alfonso Zito e il capo-cantiere Ciro Balsamo – arrestato insieme al sindaco Ciro Borriello e ai vertici della «ditta di casa» nell’ambito dell’inchiesta sul presunto giro di mazzette per la gestione dell’affare-Nu – potrebbero tranquillamente affermare: «Lassù qualcuno mi ama».

All’inferno e ritorno

Proprio come la trama del film, il consorzio Gema era praticamente precipitato all’inferno. Davanti a una città trasformata in una maxi-discarica a cielo aperto, il sindaco Giovanni Palomba aveva «consigliato» al super-dirigente Ernesto Merlino di individuare eventuali soluzione da adottare in caso di estrema necessità. Così l’uomo chiave del Comune – responsabile di tutti i «settori caldi» dell’ente, a partire dalle politiche sociali per finire proprio ai rifiuti – aveva inviato 12 mail per raccogliere l’eventuale disponibilità di ditte Nu pronte a subentrare ad horas al consorzio Gema. Una richiesta a cui erano arrivate tre risposte positive, evidentemente non «convincenti». La prevista staffetta è stata rallentata – complici i dubbi espressi dall’assessore all’ambiente Pietro De Rosa, l’ex questore del locale commissariato di polizia subito entrato nel ruolo del politico – fino a essere cancellata. Davanti alle perplessità espresse da vari esponenti della maggioranza – a partire da Vittorio Guarino e Michele Langella – il primo cittadino ha convocato un summit con gli alleati per fare il punto della situazione. Un vertice con diverse assenze eccellenti – a cominciare da Salvatore Gargiulo per finire al politico-ultrà Pasquale Brancaccio, passato solo per un breve saluto – e qualche presenza «scomoda» vista la delicatezza del tema. A ogni modo, alla fine del confronto è passata la linea dettata dall’ex poliziotto andato via da Torre del Greco dopo qualche «incomprensione» con la procura di Torre Annunziata: così il consorzio Gema è diventato praticamente intoccabile.

L’ordinanza salva-ditta

Non bastasse il pericolo scampato, i vertici del consorzio Gema si sono ritrovati un atteso «regalo» a firma del sindaco Giovanni Palomba: l’ordinanza con cui viene completamente stravolto – senza motivi di urgenza legati a pericoli igienico-sanitari, mai segnalati dall’Asl Napoli 3 Sud – il piano industriale alla base del capitolato d’appalto. In pratica, i costi per la raccolta dei rifiuti – secondo le nuove «regole» imposte dal sindaco, a partire dal servizio sei giorni su sette – potrebbero sensibilmente calare per la ditta Nu salvata in extremis dal benservito. Ma non per i contribuenti, costretti a pagare in base al vecchio piano industriale già mandato in soffitta da Giovanni Palomba senza aspettare la nuova gara europea con il sistema porta a porta.

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corruzione rifiuti torre del greco
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