La diaspora delle lingue, che, come narrato nel Vecchio Testamento, fu la punizione divina all’umanità per la costruzione della Torre di Babele, potrebbe presto diventare un lontano ricordo. In effetti, sebbene gli oltre 7 miliardi di abitanti del pianeta parlino ancor oggi 6912 idiomi diversi, le 20 lingue più usate – primo il mandarino, secondo lo spagnolo, terzo l’inglese (l’italiano è ventunesimo) – sono parlate da quasi 4 miliardi di persone, con l’inglese che si sta consolidando come lingua franca universale. Ad abbattere definitivamente le barriere linguistiche tra i popoli potrebbe però essere la machine translation sempre più precisa ed affidabile. App, come Google Translate, installate sullo smartphone, consentono di trasformarlo in un traduttore simultaneo in grado di “catturare” le frasi pronunciate da un interlocutore straniero, restituendole vocalmente nel nostro idioma e viceversa. Ancor più pratici ed efficienti sono gli apparecchi dedicati in formato tascabile, come il Pocketalk della giapponese Sourcenext, fondata dall’ex ingegnere IBM, Noriyuki Matsuda.
Facile da usare anche per chi non è avvezzo alle nuove tecnologie, Pocketalk è un oggetto da portare con se durante vacanze, viaggi di lavoro o di studio all’estero. Un piccolo dispositivo per la traduzione vocale istantanea che consente di instaurare una vera conversazione bidirezionale con chi parla una lingua diversa dalla nostra.
Nella confezione di vendita, oltre il device, sono presenti il manuale utente e un cavo di ricarica USB (da type C a type A).
Compatto e leggero (10.9×6.1×1.5 cm, 99 g), Pocketalk è realizzato in robusto policarbonato (disponibile nelle colorazioni bianco, nero o oro) e ha un design, tutto curve che ben si adatta al palmo della mano. Sulla faccia anteriore: in basso il logo POCKETALK; subito sopra, uno dei due microfoni integrati e, su un ovale nero, due pulsanti ed un touchscreen a colori da 2.4” (risoluzione 320 × 240 pixel); in alto, il secondo microfono per la soppressione del rumore di fondo in ambienti rumorosi. Sulla faccia posteriore, il logo SOURCENEXT, e, in basso, i fori per inserire un laccetto da collo (accessorio da comprare a parte).
Lungo il bordo laterale: in alto, la griglia dietro cui sono presenti due altoparlanti (1,5 Watt); a destra, il pulsante ON/OFF; in basso la porta USB type C per la ricarica; a sinistra, lo slot per inserire una SIM dati in formato nano. Da segnalare che Pocketalk per funzionare deve essere connesso ad Internet, mediante il Wi-Fi integrato (802.11a/b/n/g 2.4GHz/5GHz) o rete telefonica mobile. Quest’ultima è accessibile attraverso: 1) uno smartphone in modalità hot spot personale; 2) una SIM inserita nell’apposito slot laterale; 3) la eSIM presente all’interno, che, con un piccolo sovraprezzo di 50 euro, garantisce due anni di traffico dati con copertura in 109 nazioni e regioni del mondo.
All’interno del guscio sono presenti un processore ARM Cortex53 Quad-Core a 1.3GHz, affiancato da 1GB di RAM e da 8GB di ROM, al servizio di un sistema operativo personalizzato (basato su Android 8.1). Pocketalk utilizza i migliori motori speech-to-text, di traduzione e di sintesi vocale, sfruttando l’Intelligenza Artificiale per migliorare l’affidabilità delle traduzioni man mano che si utilizza il prodotto.
Davvero elementare il suo funzionamento. Si scelgono due lingue, tra le 74 disponibili, e le si associa ai due tasti sotto lo schermo. Quando si è pronti a conversare, si preme il pulsante corrispondente a una delle lingue e dopo un segnale acustico, si parla normalmente per un massimo di 30 secondi. Lasciato il pulsante, quasi istantaneamente, la traduzione appare sullo schermo in formato testuale e viene pronunciata dalla voce sintetizzata del dispositivo. L’interlocutore, ascoltata la frase nella sua lingua, può replicare, dopo aver premuto l’altro tasto e così via.
Durante la nostra prova, abbiamo avuto modo di “dialogare” con un madrelingua inglese ed i risultati sono stati più che soddisfacenti. È vero che con Pocketalk si può parlare solo uno per volta (non sarebbe sbagliato farlo sempre nella vita) ma poterlo fare senza necessariamente dover guardare il dispositivo, consente di mantenere il contatto visivo con l’interlocutore ed utilizzare anche il linguaggio del corpo. Comoda la possibilità di conservare in un archivio le frasi già usate, inserendone alcune nei preferiti, così da poterle ritirare fuori all’occorrenza più velocemente, scorrendo con il dito sul piccolo schermo. Occorrono 135 minuti per ricaricare la batteria agli ioni di litio (2200 mAh), che garantisce fino a 7 ore di utilizzo in conversazione e circa 240 ore in stand-by.
I motivi per preferire Pocketalk ad uno smartphone con app di traduzione sono almeno tre. A differenza degli smartphone, sempre più ingombranti, è piccolo e si può tenere appeso al collo a portata di mano quando serve. Utilizza, a differenza della app, sempre il migliore motore di traduzione in base alle lingue scelte. Nella versione con connettività compresa non costringe a utilizzare il traffico dati dell’utenza telefonica, che, soprattutto in alcuni paesi, non è a buon mercato. Questi vantaggi hanno un prezzo da pagare, Pocketalk con eSIM è in vendita in Italia a 299 euro nei siti di e-commerce e in alcuni punti vendita selezionati. A partire dal prossimo gennaio lo si potrà comprare anche nei negozi delle principali catene di elettronica di consumo.
Gennaro Annunziata