Era stata condannata, in secondo grado, a 5 anni di carcere perché accusata di essere un’affiliata al servizio del clan. Ma a un anno e mezzo dal verdetto dei giudici, la Corte di Cassazione annulla con rinvio la sentenza a carico di Annunziata Caso, moglie del boss poeta Aldo Gionta. Il processo a carico della 44enne di Torre Annunziata dovrà ripartire da un’altra sezione della Corte d’Appello di Napoli. I giudici hanno accolto, in parte, il ricorso presentato dai legali della donna, riconoscendo la necessità di annullare la sentenza «limitatamente all’aggravante» mafiosa.Annunziata Caso era finita al centro di un’articolata indagine, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia, capace di colpire la presunta ala “rosa” della cosca di Palazzo Fienga. Con la 44enne sono finite a processo anche sua figlia, Gemma Gionta e Carmela Gionta, quest’ultima sorella del padrino Valentino, il fondatore dell’organizzazione criminale. Le accuse contestate, a vario titolo, erano di associazione mafiosa, usura, estorsione e lesioni aggravate.Nel ricorso, parzialmente accolto dai giudici, la difesa di Annunziata Caso ha puntato anche sulla presunta assenza di prove utili a dimostrare il coinvolgimento dell’imputata all’interno del sodalizio criminale. «Nessun collaboratore di giustizia ha mai parlato della Caso», uno dei passaggi del ricorso posto al vaglio della Cassazione. Elementi che evidentemente hanno convinto i giudici, pronti ad annullare, parzialmente, la condanna di secondo grado. Secondo la Cassazione la «Corte d’Appello non ha motivato chiaramente» alcuni aspetti del verdetto.
CRONACA, Torre Annunziata
4 gennaio 2019
Torre Annunziata. Condanna cancellata per la moglie del boss Aldo Gionta