Gli anni settanta vengono ricordati per la canzone Stayin’ Alive, per la fondazione della Microsoft e tanto altro che ha messo radici nella nostra memoria. Erano gli stessi anni in cui Leonardo Mustilli, lontano dai clamori internazionali, a Sant’Agata dei Goti (Benevento), piantava le radici del suo progetto nel mondo del vino, dedicandosi alla coltivazione di varietà autoctone campane. La sua eredità spirituale ed aziendale è oggi raccolta dalle figlie AnnaChiara e Paola che nella loro visione abbracciano tradizione e innovazione. Uno frutto della loro storia è l’assaggio di Artus, Piedirosso Sannio – Sant’Agata dei Goti DOC. La vinificazione avviene in vasi di ceramica, il che permette di preservare integri gli aromi, lontano dalle influenze, seppur gradevoli, che il legno infonde nell’affinamento. Artus, annata 2016, si presenta color rubino brillante e trasparente, trasmette da subito la sensazione di un vino non eccessivamente strutturato. La sua potenza è nel bouquet intarsiato di sentori speziati, chiodi di garofano e pepe, di piccoli frutti di bosco come fragoline e di fiori come la rosa. L’assaggio è piacevole e leggero, alcol 11,5 %, ma intenso come si ci si aspetta da un buon Piedirosso, colpisce per la sottile eleganza che sembra richiamare gli echi nobili da cui ha origine il suo nome, Artus, Conte di Sant’Agata e Monteodorisio nel XIV secolo. un vino che non grida ma sussurra la sua capacità di poter abbinarsi a piatti di mare, preparazioni di pesce con pomodoro o di terra come il coniglio alL’ischitana.

Gennaro Miele