AVELLINO – É la rabbia il commento più netto alla sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Avellino nel processo nei confronti di 15 persone, 12 delle quali dirigenti ed ex dirigenti di Autostrade per l’Italia, accusate di essere responsabili della morte di 40 persone che il 28 luglio del 2013 precipitarono a bordo del bus dal viadotto “Acqualonga” dell’A16 Napoli-Canosa. “Giudice, esci fuori!” ha gridato un familiare di una delle vittime, dopo che il giudice monocratico, Luigi Buono, aveva dato lettura della sentenza che ha mandato assolti sette degli imputati e tra questi l’ad di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci. Il giudice ha accolto la tesi difensiva, affidata all’ex ministro della Giustizia, Paola Severino, secondo la quale “l’Ad di Autostrade non aveva e non doveva avere le competenze per decidere quali barriere eventualmente sostituire, compito che invece rientra, per legge, tra quelli in capo al progettista e ai tecnici”.”Hanno assolto il responsabile morale dei 40 morti di Acqualonga e delle 43 vittime del Ponte Morandi di Genova. Castellucci è innocente e gli unici colpevoli siamo noi”, ha gridato Giuseppe Bruno, che nell’incidente perse entrambi i genitori e oggi presiede l’associazione che riunisce le famiglie delle vittime. Il commento di Bruno ha trovato la indiretta condivisione del vice premier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che in diretta Facebook ha commentato la sentenza di Avellino sottolineando a sua volta che “assolve qualcuno che ha la responsabilità dei morti” mentre in un post l’altro vice premier, Luigi Di Maio, scrive che “il grido di dolore delle famiglie delle vittime per l’assoluzione di Castellucci, lo capisco e mi fa incazzare. Non so quanto tempo ci vorrà, ma toglieremo le concessioni ad Autostrade”. Espressioni molto forti sono state gridate in aula dopo la lettura della sentenza proprio nei confronti della società Autostrade, “il cui potere ha messo a tacere la verità e la giustizia”, dai familiari delle vittime che per due anni e quattro mesi, quanto è durato il processo, hanno presenziato a quasi tutte le udienze. Sette le assoluzioni, otto le condanne. Tra queste, soltanto quella a 12 anni comminata al proprietario del bus-catorcio, Gennaro Lametta, ha aderito in pieno alla richiesta del Procuratore capo di Avellino, Rosario Cantelmo. Le richieste di condanna nei confronti di altri sei imputati di Autostrade per l’Italia sono state quasi dimezzate dalla sentenza con pene che vanno dai 5-6 anni rispetto alla richiesta di 10 anni che il Procuratore Cantelmo aveva chiesto per tutti. Al termine della sua requisitoria, Cantelmo aveva sostenuto che “la strage non ci sarebbe stata se Autostrade avesse provveduto alla manutenzione del viadotto”. Tesi contraddetta dalle perizie presentate dai consulenti di Autostrade: “Gli standard di sicurezza delle barriere protettive sul viadotto garantivano una elevata capacità di contenimento, adeguata a quella massima prevista dalla normativa”. “La sentenza sconfessa l’ipotesi accusatoria in cui erano indagati tutti i vertici apicali della società, a partire dall’amministratore delegato per cui era stata chiesta, senza alcun fondamento, una pena di dieci anni di reclusione”, il commento dell’avvocato Giorgio Perroni, difensore di Autostrade per l’Italia.
CRONACA
11 gennaio 2019
Bus in scarpata, assolto Castellucci, ira dei parenti delle vittime. Di Maio, ci riprenderemo Autostrade