MILANO – Ha ammesso di aver accoltellato un tifoso napoletano, in un corpo a corpo mentre quello era armato di bastone, Alessandro Martinoli, l’ultrà del Varese finito in carcere ieri, assieme al capo curva interista Nino Ciccarelli, per rissa aggravata per gli scontri di Santo Stefano, nei quali ha perso la vita Daniele ‘Dede’ Belardinelli. Martinoli, difeso dal legale Laura Cerri, è stato, infatti, interrogato oggi nel carcere milanese di San Vittore dal gip Guido Salvini. L’uomo era stato già riconosciuto nelle immagini acquisite dalla Digos come la persona che avrebbe colpito con un coltello uno dei quattro ultras napoletani feriti lievemente. Interrogato nelle scorse settimane non aveva ammesso di aver partecipato agli scontri e aveva sostenuto che i suoi vestiti erano sporchi di sangue perché era caduto in un cespuglio. Oggi, anche in lacrime, ha confessato l’accoltellamento e ha spiegato di non aver visto l’investimento del suo amico Belardinelli. Erano arrivati assieme a Milano ma poi, prima di via Novara, si sarebbero separati. Ciccarelli sarà interrogato lunedì. Martinoli, che aveva “strettissimi rapporti di fiducia e militanza” con Belardinelli e che fa parte del gruppo di estrema destra ‘Blood and Honor’ della curva varesina, davanti al gip, però, ha detto, in sostanza, che lui è solo un tifoso, che non si occupa di politica e non ne capisce nulla. Tra l’altro, Martinoli, stando agli atti, era presente a Natale a casa di Belardinelli con altri ultras, tra cui anche Marco Piovella, anche lui arrestato nell’inchiesta. Un incontro che, secondo il gip, sarebbe stato “propedeutico” al blitz del giorno seguente in via Novara contro i supporter napoletani. Per Ciccarelli, storico capo dei Viking della curva interista, l’interrogatorio di garanzia davanti al gip è fissato per le 13 di lunedì prossimo.
CRONACA
18 gennaio 2019
Tifoso morto negli scontri prima di Inter-Napoli, l’ultrà del Varese arrestato ammette l’accoltellamento