Il timore è che possibili infiltrazioni camorristiche possano inquinare le prossime elezioni comunali già durante la fase di concertazione per la formazione di schieramenti e alleanze. Una preoccupazione legata alla scarcerazione del boss Catello Fontanella, avvenuta pochi mesi fa, a fine 2018. Il ras, oggi 54enne, è stato il fondatore dell’omonimo clan che per anni, almeno un decennio, ha dettato legge tra Sant’Antonio Abate e le realtà limitrofe. E oggi non solo è a piede libero, ma a complicare il quadro, ci sarebbero anche altri due nomi si spicco della criminalità organizzata, sempre facenti capo ai Fontanella, ovvero gli ex killer della cosca: Ciro Afeltra e Francesco Giordano. Entrambi condannati per almeno 6 omicidi e diventati collaboratori di giustizia, alla pari di Gioacchino Fontanella di Bruno, cugino del boss Catello ora in libertà. I due bracci armati, scelti da Catello Fontanella, gli rimasero fedeli per diversi anni anche dietro le sbarre. Poi il pentimento e la possibilità di accedere ad alcuni privilegi concessi a chi, collaborando con la giustizia, con le proprie rivelazioni e relative testimonianza ai processi, ha dato un contributo concreto a smantellare la cosca.
CRONACA, Monti Lattari
26 gennaio 2019
Sant’Antonio Abate. Boss della camorra scarcerati, rischio infiltrazioni sul voto