«Purtroppo a Castellammare non si può costruire più». Una frase che Guglielmo Coppola – uno dei 29 indagati dell’inchiesta Tsunami – pronuncia al telefono mentre sta parlando con il boss Vincenzo D’Alessandro. E’ il 31 marzo 2008 e il clan è riuscito a inserirsi nella compravendita di una struttura abbandonata, che nelle intenzioni degli acquirenti deve diventare un grande albergo. La cosca di Scanzano ha gestito la trattativa tra i proprietari e gli imprenditori interessati all’affare, perché i primi non erano poi così convinti di vendere. Il motivo? «In base ai parametri che ci stanno a Castellammare non si può costruire più», spiega Coppola al telefono. Quindi i proprietari stavano valutando se cedere o meno quella struttura, considerando che le possibilità di reinvestirli per realizzare nuovi immobili era pressoché nulla.
Castellammare, CRONACA
15 febbraio 2019
Castellammare. Gli affari immobiliari del clan: «Con le case faremo i soldi»