TORRE DEL GRECO – La notizia era attesa dal febbraio del 2018, quando i giudici della seconda sezione della corte d’appello di Roma resero note le motivazioni della sentenza-bis a carico degli armatori-vampiri della Deiulemar compagnia di navigazione: una nuova sfilza di condanne, ridotte rispetto al primo grado eppure sufficienti a mantenere in piedi il castello accusatorio della bancarotta fraudolenta da 800 milioni di euro. Un castello accusatorio ora destinato – il prossimo 17 maggio, a 7 anni di distanza dal «grande crac» all’ombra del Vesuvio – a finire sotto i riflettori degli ermellini della suprema corte di cassazione.
Alberto Dortuccci
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