NAPOLI – Salvatore Tamburrino, indagato dalla DDA di Napoli per associazione mafiosa e per favoreggiamento della latitanza del boss Marco Di Lauro, durante l’udienza di convalida del fermo per l’omicidio della moglie Norina Matuozzo, ha ribadito di essere lui l’assassino della donna ma ha anche voluto precisare di non aver mai fornito alle forze dell’ordine indicazioni utili per catturare il boss Marco Di Lauro. Tamburrino, difeso dall’avvocato Domenico Smarrazzo, ha fornito dei chiarimenti sulla morte di Norina, assassinata a colpi di pistola nell’abitazione dei genitori a Melito. Tra le spiegazioni fornite figura anche la questione del testamento che aveva deciso di affidare alla moglie in quanto aveva deciso di togliersi la vita: Tamburrino aveva iniziato a dettare a Norina le sue volontà, le stava riferendo che poteva rivendicare dei soldi guadagnati come procacciatore di polizze assicurative. Smentita, dunque, la circostanza che sul testamento ci fossero riferimenti al clan Di Lauro e al boss Marco Di Lauro. Proprio in merito all’arresto di Di Lauro, Tamburrino ha dunque sottolineato che non ha mai contribuito alla sua cattura.
CRONACA
5 marzo 2019
Uccisa dal marito, il killer nega di avere favorito l’arresto boss Di Lauro