Riciclando denaro, con false fatture, comprano una villa di 300mila euro per intestarla alla figlia di 10 anni convinti di sfuggire alle forze dell’ordine e allo Stato. Sequestro del bene immobile e coppia napoletana indagata ad Agropoli dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania. La Guardia di Finanza di Salerno, a seguito di una complessa attività di indagine coordinata dalla magistratura inquirente vallese, ha sequestrato una villa ubicata nella zona panoramica di Agropoli (collina San Marco) ed acquistata da una cilentana e dal proprio compagno, riciclando i profitti ricavati da una vasta frode fiscale perpetrata tra Napoli e Agropoli. I Finanzieri della Compagnia agrolese, diretti dal capitano Ciro Sannino, hanno scoperto che un uomo noto alla giustizia e alle forze dell’ordine del capoluogo campano agiva quale amministratore occulto di una società napoletana coinvolta in un vasto “giro” di fatture false, i cui proventi sono stati trasferiti sui propri conti correnti a titolo di compensi in realtà fittizi. La compagna dell’uomo, un’agropolese gravata da numerosi precedenti penali, è risultata invece beneficiaria, su una propria carta prepagata, di numerosi bonifici per stipendi relativi ad un presunto rapporto di lavoro dipendente con un’altra impresa napoletana, anch’essa coinvolta nella medesima frode. Ma non solo, perché la donna avrebbe attirato su di se le attenzioni da parte degli inquirenti in quanto era solita fare una vita al di sopra delle proprie possibilità economiche. Una volta scoperta, la coppia non ha avuto scrupoli dì coinvolgere nell’operazione di riciclaggio anche la figlia di 10 anni, intestandole la villa ora sequestrata, pensando così di poterla sottrarre alle “maglie” della giustizia. I soggetti coinvolti sono stati denunciati alla Procura vallese per i reati di riciclaggio e frode fiscale ed il Tribunale alla sede ha già convalidato il sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza di Agropoli. Un’operazione che fa il paio con quella di mercoledì mattina quando gli stessi militari della Guardia di Finanza agropolesi sequestrano beni per oltre mezzo milione a un imprenditore che aveva intestato una società a un senza fissa dimora. Erano scattati i sigilli per oltre mezzo milione di euro a danno di un imprenditore operante nel settore dell’ingrosso carni. Indagati sia il nulla tenente che l’imprenditore autore del raggiro. Ad eseguire la misura patrimoniale anche mercoledì sono stati i militari della Guardia di Finanza di Salerno che avevano dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, per un importo di 530mila euro, emesso dal Tribunale di Vallo della Lucania. La società verificata, omettendo di dichiarare al fisco i ricavi incassati, riusciva pure a vendere le carni su scala nazionale a prezzi notevolmente più bassi rispetto a quelli di mercato, di fatto generando una concorrenza sleale nei confronti degli altri operatori di settore. L’approfondimento della posizione dell’imprenditore interessato, unitamente ai numerosi controlli presso i fornitori della merce, ha portato i militari delle Fiamme Gialle a denunciare in Procura, per evasione fiscale, sia l’amministratore di fatto che il prestanome della società. Entrambi, infatti, rischiano un processo per evasione di imposta allo Stato. Stessa cosa per la coppia di napoletani che risponde di accuse che vanno dal riciclaggio, al falso e all’intestazione fittizia di beni. Per il sequestro disposto dal Tribunale è pronto invece il ricorso ai giudici di secondo grado per le misure patrimoniali di Salerno.
CRONACA
15 marzo 2019
Intestano una villa a una bimba. Genitori indagati per riciclaggio