NAPOLI – Sono stati tutti assolti, “perche’ il fatto non sussiste”, i nove imputati del processo sulle morti di otto pazienti emofiliaci che nel Tribunale di Napoli ha visto nella veste di imputati, tra gli altri, l’ex direttore generale del servizio farmaceutico del ministero della Sanità Duilio Poggiolini, ormai quasi novantenne. Una sentenza relativa a episodi di quasi 30 anni fa e ritenuta scontata dopo la richiesta di assoluzione avanzata dal pubblico ministero e dopo la rinuncia alle conclusioni degli avvocati del Ministero della Salute, decaduto dalla costituzione di parte civile. Il verdetto emesso dal giudice monocratico Antonio Palumbo, della sesta sezione penale, arriva dopo molti anni (l’udienza preliminare è del 2008) e molte udienze, durante le quali è emerso il nesso di casualità fra le morti e l’emoderivato somministrato ai pazienti (che poi si sono ammalati di epatite e hiv), ma senza poter individuare quale prodotto abbia innescato il contagio. Si tratta di una vicenda che risale agli inizi degli anni ’90 nella quale si contestava che i decessi fossero stati causati dall’immissione sul mercato di farmaci emoderivati realizzati con sangue di dubbia provenienza. Agli imputati, tra cui figuravano anche un ex manager delGruppo Marcucci, un ex infermiere e i dipendenti di un’azienda specializzata nella raccolta e il trasporto di sangue, venne contestato dagli inquirenti il reato di omicidio colposo plurimo. Per l’assoluzione di tutti gli imputati aveva già concluso nell’udienza del 21 gennaio scorso il pubblico ministero LucioGiugliano, evidenziando che in sede di indagini preliminari -partite da Trento, ma poi il fascicolo finito fu trasmesso per competenza a Napoli – non furono svolti gli accertamenti necessari a sostenere quell’accusa. Non risulta agli atti, inoltre, che sia stata eseguita l’autopsia sulle vittime. Tra gli imputati figurava anche Guelfo Marcucci, imprenditore fondatore dell’omonimo gruppo, scomparso subito dopo essere stato rinviato a giudizio. “Nonostante fosse chiarissima la normativa in questione, – ha commentato Luigi Ferrante, difensore di Duilio Poggiolini – che riferiva la responsabilità dei controlli sugli emoderivati ad organi ed istituzioni diverse dalla Direzione generale del Servizio Farmaceutico, sono stati necessari ben 23 anni per liberare il mio assistito da una così pesante contestazione”. Le motivazione della sentenza saranno rese note tra 90giorni.
CRONACA
25 marzo 2019
Sangue infetto: il fatto non sussiste, assolto Poggiolini. Nessun colpevole per gli 8 pazienti morti