Torre del Greco. La bufera era praticamente annunciata. Perché in un mese – a cavallo tra il 3 settembre del 2018 e il 4 settembre del 2018 – gli ispettori del ministero dell’economia e delle finanze avevano passato al setaccio cinque anni di atti e provvedimenti approvati in Comune prima durante il mandato del sindaco Vincenzo Strazzullo e poi sotto la guida del successore Ciro Buonajuto. Rilevando una serie di criticità e anomalie ora finite all’interno di una relazione destinata a fare tremare le fondamenta del municipio di corso Resina. Perché Biagio Giordano – dirigente dei servizi ispettivi di finanza pubblica – in 107 pagina stronca senza appello il «sistema-Ercolano». Una prassi gestionale capace di calpestare – secondo la tesi del responsabile del Mef – una lunga serie di elementari norme legate al conferimento di incarichi, alle misure previste per l’anticorruzione e al rispetto dei principi dettati dai vincoli di finanza pubblica.
Gli incarichi intuitu personae
Il punto chiave della relazione arrivata lo scorso week end sulla scrivania del primo cittadino è l’analisi dell’andamento e delle dinamiche della spese del personale, con particolare riferimento agli incarichi dirigenziali a tempo determinato. Nomine distribuite con eccessiva «disinvoltura» dal capo dell’organo politico, con buona pace delle procedure previste dal quadro normativo di riferimento. In particolare, la relazione del Mef si sofferma sull’incarico conferito a novembre del 2012 all’architetto Olimpio Di Martino – già dipendente comunale e «costretto» a prendere l’aspettativa per assumere il nuovo ruolo – a cui venne affidato l’incarico di durata triennale di dirigente del settore pianificazione urbanistica. Un incarico successivamente integrato a dicembre del 2015 con la promozione a responsabile del servizio manutenzione dei parchi e del verde pubblico e poi confermato a marzo del 2016 limitatamente alla responsabilità del settore servizi tecnici. Contestata, come per i restanti dirigenti «arruolati» a tempo determinato, la procedura adottata dall’ente di corso Resina: in pratica, una volta promosso l’avviso pubblico e provveduto a selezionare gli idonei all’incarico, la commissione esaminatrice – composta da dirigenti dell’ente di corso Resina – si sarebbe limitata a una valutazione «sintetica» degli aspiranti alle poltrone d’oro. Così la nomina finale sarebbe avvenuta intuitu personae del sindaco: «Un simile modus procedendi, connotato da un elevato grado di discrezionalità – si legge nella relazione – si pone in contrasto con la esigenza che l’ente possa disporre nel proprio organico di figure professionali dotate delle necessarie competenza e professionalità per lo svolgimento degli incarichi loro affidati, risultato che può essere ottenuto solo a seguito di procedura selettiva improntata al massimo rigore nelle modalità di valutazione».
Le progressioni orizzontali
Ulteriori contestazioni sono poi avanzate sulle «progressioni orizzontali» effettuate durante i sei anni finiti sotto esame e sul mancato rispetto dei tetti di spesa per la diminuzione dei costi del personale. Sotto i riflettori, inoltre, il trattamento accessorio del segretario generale e la «razionalizzazione degli acquisti».
La reazione del sindaco
Davanti alla relazione shock firmata da Biagio Giordano, il sindaco Ciro Buonajuto non si è perso d’animo. Il baby Renzi del Vesuviano ha convocato una riunione urgente con tutti i dirigenti dell’ente di corso Resina per fare il punto della situazione e valutare le «contestazioni» avanzate dagli ispettori del Mef. «Abbiamo 120 giorni per le controdeduzioni – la premessa del leader locale del Pd -. Credo larga parte delle criticità possano essere chiarite senza difficoltà: dormo sereno, perché nutro grande fiducia nell’operato dei dirigenti e del segretario generale». Poi la stoccata finale all’esercito di detrattori già pronti a puntare l’indice contro l’amministrazione comunale: «Non temo confronti sul campo della trasparenza e della legalità – la conclusione di Ciro Buonajuto – Abbiamo sempre dimostrato di essere dalla parte giusta».
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