TORRE DEL GRECO – Prima avrebbero minacciato e schiaffeggiato il politico del «gruppo rivale» e poi sarebbero andati a raccontare la «bravata» alla propria candidata a sindaco, impegnata in una cena elettorale in un ristorante al confine con Ercolano. È l’ennesimo retroscena in stile-Gomorra della campagna elettorale andata in scena tra maggio e giugno del 2018, quando – come sottolineato dal gip Antonio Fiorentino del tribunale di Torre Annunziata – la corsa alle urne venne affidata a «galoppini» senza scrupoli, pronti a utilizzare le «maniere forti» per portare voti alla propria coalizione. In un contesto già esasperato da diversi episodi criminali – a partire dal raid a colpi di uova al comitato elettorale di Domenico Maida – il fondo venne toccato a pochi giorni dal voto.
Alberto Dortucci
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