POMPEI – Ha varcato l’ingresso di un esercizio commerciale come un normale cliente. Poi, tra una consumazione di un caffè e un cornetto, s’è avvicinato al titolare con una banale scusa. Lontano da occhi indiscreti, quando il locale era meno affollato, ha tentato di imporre il pizzo sulle slot in nome del clan Cesarano. «Queste macchinette che avete qua le dovete togliere, tra poco esce dal carcere uno che vi metterà a disposizione le sue e voi le noleggiate. Sono amici miei. D’accordo?». Un messaggio chiaro, indirizzato a un imprenditore di Sant’Antonio Abate tra una stretta di mano e un arrivederci. «Ci rivediamo, allora». Un caso finito al centro di una denuncia di una delle vittime che ha chiesto aiuto ai poliziotti del commissariato di Pompei, guidati dal vice questore Stefania Grasso.
Teresa Palmese
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