CASTELLAMMARE DI STABIA – «Perché gli avete sparato? Cosa ha fatto di male?». Ferdinando Cesarano, boss del clan di Ponte Persica, avvicinò Salvatore Belviso, allora considerato una figura di vertice della cosca dei D’Alessandro nel carcere di L’Aquila. Un incontro che avvenne nell’area riservata ai detenuti che devono scontare condanne per associazione mafiosa. Cesarano voleva informazioni sul ferimento di un imprenditore avvenuto a Varano, nel 2010. Perché – stando a quanto si evince dal racconto dell’ex killer poi diventato collaboratore di giustizia, Salvatore Belviso – probabilmente qualcuno gli aveva chiesto di mediare con Scanzano.
Tiziano Valle
Leggi l’articolo completo su Metropolis in edicola o vai alla versione digitale http://metropolis.ita.newsmemory.com/