TORRE ANNUNZIATA – Per incastrarlo ci sono voluti tre anni d’indagini, centinaia di pedinamenti, migliaia di intercettazioni e un blitz a Brindisi. Umberto Onda, super boss ergastolano del clan Gionta, venne arrestato in infradito da venti carabinieri mentre scendeva, come un turista qualunque, dal traghetto partito a mezzanotte da Corfù. Era il 28 giugno del 2010, l’inizio dell’inesorabile declino del clan dei Valentini. Ma qualche anno prima dell’arresto dell’ex primula rossa della camorra torrese, qualcuno bussò alla porta di un altro boss per chiedere la testa di “Umbertino”. «Volevano catturare dei latitanti, tra cui anche Umberto Onda. E volevano che io li aiutassi». A parlare, nove anni dopo l’arresto di Onda, è un altro pezzo da 90 della camorra vesuviana. Si chiama Francesco Casillo, ma nei vicoli di Boscoreale è più semplicemente ‘a vurzella.
Ciro Formisano
Leggi l’articolo completo su Metropolis in edicola o vai alla versione digitale