NAPOLI – La Campania si conferma anche nel 2019 maglia nera in Italia per maltrattamento infantile. A rilevarlo è la II edizione dell’Indice regionale di Cesvi che evidenzia una ”strettissima correlazione” tra il maltrattamento ai danni di minori e la povertà economica, relazionale ed educativa. Una situazione che accomuna le regioni del Mezzogiorno e in cui il capoluogo campano e la sua area metropolitana, seguiti da Catania e Palermo, sono le aree che presentano ”una maggiore vulnerabilità a livello sociale e materiale e sono più predisposte agli effetti della crisi economica e in cui convivono strati sociali potenzialmente più deboli”. L’Indice è il risultato dell’aggregazione di 64 indicatori relativi ai fattori di rischio e ai servizi offerti sul territorio che individuano aree critiche e best practice e la Campania si trova al di sotto della media nazionale. La regione ”tocca il fondo” della classifica per capacità di cure; è 16esima per qualità della vita; è 19esima, in penultima posizione, per sicurezza; 18esima per capacità di acquisire conoscenza e sapere e per capacità di lavorare e si riconferma penultima per capacità di accedere alle risorse e ai servizi, seguita solo dalla Sicilia. La rilevazione – come si sottolinea – ”non misura quanti bambini siano effettivamente maltrattati nei territori interessati, ma solo quali siano le condizioni ambientali nelle quali vivono e se queste favoriscano più o meno il fenomeno del maltrattamento”. Nonostante ”le elevate criticità”, lo studio evidenzia un miglioramento della Campania rispetto alla propria distanza dalla media nazionale nel 2019, un progresso tuttavia ritenuto ”insufficiente” per determinare un cambiamento di posizione nella classifica in cui si riconferma ultima. A Napoli il Cesvi, in collaborazione con la cooperativa Grillo Parlante, e’ attivo da due anni con un programma il cui scopo è prevenire e contrastare il maltrattamento ai danni di bambini e adolescenti, intervenendo in modo particolare su aspetti legati alla trascuratezza fisica, emotiva ed educativa. I dati dicono che su 185mila minori che vivono in città, 5267 sono assistiti da servizi sociali e di questi circa 2mila risultano vittime di maltrattamenti spesso all’interno della famiglia. Il progetto si sviluppa nei quartieri di Miano, Secondigliano e San Pietro a Patierno dove si riscontra ”un’alta percentuale di minori che vivono in famiglie in condizioni di precarietà lavorativa e di povertà e dove c’è un diffuso malessere abitativo e ambientale”. Tra le cause di maltrattamento più frequenti si riscontrano le difficoltà psicologiche dei genitori, la violenza sulle madri, i conflitti intergenerazionali e tra famiglie d’origine, fattori che lasciano ”segni traumatici di lungo periodo” sui minori che si traducono in scarsa autostima, isolamento sociale, aggressività verbale e fisica, scarsa fiducia, apatia, fobie, ansia.
CRONACA
14 maggio 2019
Infanzia, Campania resta maglia nera per i maltrattamenti