Due rapine a mano armata commesse in meno di tre giorni l’una dall’altra. Un bisogno di soldi tanti – per soddisfare quello che egli stesso raccontò al giudice come una schiavitù: la dipendenza dal gioco d’azzardo. Ludopatia vera e propria, che lo spingeva a fare di tutto per procurarsi i soldi da buttare nelle macchinette mangiasoldi di Castellammare e dintorni. Per questo, a novembre 2018, era finito nei guai Catello Manuel Spagnuolo, oggi 19enne: i carabinieri della compagnia di Castellammare lo arrestarono pochi giorni dopo il secondo colpo messo a segno nel giro di 72 ore. E per quei fatti, ieri, Catello Manuel Spagnuolo è stato condannato a tre anni e sei mesi di reclusione. Il giovane, assistito dalla penalista Imma Di Somma, aveva optato per il processo con rito abbreviato: nei suoi confronti il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata, Rosa Annunziata, aveva chiesto una condanna pesante, a 5 anni e 8 mesi. Contestandogli anche la recidiva infraquinquennale per un precedente reato, commesso quando era ancora minorenne. Il giudice per l’udienza preliminare Emma Aufieri, tuttavia, ha accolto la richiesta dell’avvocato Di Somma, di considerare le attenuanti generiche prevalenti rispetto alle aggravanti contestate. E così il verdetto, anche grazie allo “sconto” di un terzo della pena previsto grazie alla scelta del rito alternativo, è stato più mite: tre anni e sei mesi.
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