Nelle ultime settimane l’inchiesta diPerugia sul mercato delle nomine “ha disvelato un quadro sconcertante e inaccettabile”, ma “oggi si volta pagina nella vita del Csm”. Il Presidente della Repubblica, SergioMattarella, interviene per la prima volta ufficialmente dopo la bufera che ha investito il Csm. Nell’aula del Plenum pronuncia parole di ferma condanna, ma entrando a Palazzo dei Marescialli si è fatto anche garante del nuovo corso, certificando la piena legalità dell’organo di autogoverno, che potrà proseguire i suoi lavori dopo le dimissioni di ben quattro consiglieri togati e l’autosospensione di un quinto, coinvolti nell’inchiesta che ha messo sotto gli occhi di tutti gli accordi a tavolino per le nomine ai vertici degli uffici giudiziari. Mattarella ha invocato una riforma interna al Csm, “per assicurare, con maggiore e piena efficacia, ritmi ordinati nel rispetto delle scadenze, regole puntuali e trasparenza delle proprie deliberazioni”, unita a una modifica normativa, “in conformità alla Costituzione”, che tocca “ad altre istituzioni discutere ed elaborare”. Le parole del Presidente Mattarella -ha detto il Guardasigilli Alfonso Bonafede – “sono uno stimolo fondamentale per continuare ad affrontare questa crisi di sistema in maniera compatta: questo si aspettano i cittadini, istituzioni compatte che decidono di voltare pagine”. Per il leader della Lega “va riformato tutto, non va cambiata qualche persona”: bisogna “cambiare completamente i criteri di elezione, di rappresentanza e la logica delle correnti, i poteri di nomina, suggerimento e raccomandazione”. Il Presidente della Repubblica ha preso la parola per pochi minuti, dopo aver sovrinteso ai passaggi per l’insediamento dei nuovi togati Giuseppe Marra e Ilaria Pepe, i non eletti del collegio dei giudici subentrati ai consiglieri che si sono dimessi perché i loro nomi sono coinvolti nell’inchiesta diPerugia sulle nomine ai vertici degli uffici. Il Plenum ha anche indetto le elezioni suppletive per due rappresentanti dei pm, visto che nella votazione dello scorso anno si erano presentati solo quattro candidati per i quattro posti disponibili.Mattarella ha denunciato un “coacervo di manovre nascoste”, di tentativi di screditare i colleghi e di “millantata influenza”,”di indebita partecipazione di esponenti di un diverso potere dello Stato”, i due parlamentari dem Luca Lotti e Cosimo Ferri,e le “conseguenze gravemente negative per il prestigio e per l’autorevolezza” del Csm e della magistratura tutta. Poi ha imposto lo stop: “Oggi si volta pagina nella vita del Csm. La prima di un percorso di cui non ci si può nascondere difficoltà e fatica”. E Mattarella ha indicato la strada: “Occorre far comprendere che la Magistratura italiana, e il suo organo di governo autonomo, previsto dalla Costituzione, hanno al proprio interno gli anticorpi necessari e sono in grado di assicurare, nelle proprie scelte, rigore e piena linearità”. La ferita è “stata profonda e dolorosa”, ha detto anche il vicepresidente del Csm, David Ermini, ma “non ha colpito le fondamenta” e il nuovo corso deve sbarrare il passo a “logiche spartitorie e non trasparenti” e sarà necessario occuparsi delle nomine nelle procure seguendo la “rigorosa osservanza del metodo cronologico e di quello meritocratico”, “senza cedere alla tentazione di accordi preventivi volti alla ripartizione dei posti”. Il metodo cronologico non è stato seguito nel caso dellaProcura di Roma, quando si è data la precedenza alla successione di Pignatone, mentre a Torino, dopo il pensionamento di Armando Spataro a dicembre, il posto è rimasto vuoto da dicembre. Ma il voto del 23 maggio sulla Procura di Roma, spiega Ermini, è valido, “poi il Plenum è sovrano” e deciderà che cosa fare.
politica
21 giugno 2019
Mattarella, quadro sconcertante ma oggi il Csm volta pagina