Torre del Greco. Era in pole position per la nomina a dirigente del settore politiche sociali, forte della «sponsorizzazione» di mister 1.400 preferenze Felice Gaglione. Poi, in extremis, il sindaco Giovanni Palomba decise di puntare sul parente Andrea Formisano – già vice-comandante della polizia municipale, costretto a ricorrere all’aspettativa per firmare l’incarico d’oro e ora alle prese con la grana giudiziaria proveniente dalla procura di Napoli Nord – e mettere da parte la candidatura di Renato Grimaldi, vero e proprio «guru» in finanziamenti destinati al welfare.
Lo «schiaffo» del primo cittadino provocò qualche inevitabile malumore in Felice Gaglione – un passato da delfino dell’ex vicesindaco Donato Capone e un presente da fratello di un imprenditore specializzato in case di cure e servizi agli anziani – costretto a digerire il boccone amaro e a guardare avanti. Senza rinunciare al progetto di portare all’ombra del Vesuvio un professionista del settore con comprovata esperienza. Così, a tre mesi dal primo flop, Felice Gaglione – forte del sostegno della sua partner elettorale Iolanda Mennella, cugina di Luigi Mennella del Pd – sarebbe tornato alla carica. Obiettivo: il coordinamento dell’ufficio di piano dell’ambito 31, di cui Torre del Greco è capofila.
Non a caso, durante le scorse settimane, il dipendente dell’Asl Napoli 3 Sud – sanità pubblica, per intenderci – avrebbe provato a fare gruppo con vari esponenti della maggioranza proprio per dare peso alla candidatura-bis di Renato Grimaldi. E sempre non a caso già al vaglio della giunta – in particolare dell’assessore al bilancio Gennaro Granato e dell’assessore alle politiche sociali Luisa Refuto – ci sarebbe una maxi-variazione di bilancio per «coprire» lo stipendio del futuro coordinatore.
Una brusca accelerata, insomma. Ma, stavolta, il sindaco con il motore diesel e i suoi alleati si potrebbero scontrare con i tempi previsti per la procedura. Contrariamente alla nomina dei dirigenti di diretta competenza del sindaco, infatti, l’incarico di coordinatore dell’ufficio di piano deve essere affidato attraverso un bando pubblico previa precedente ricognizione interna all’intero ambito. Non solo. L’attuale strategia al vaglio dell’amministrazione comunale prevederebbe l’utilizzo di fondi dell’ente di palazzo Baronale, mentre – a stretto giro di posta – potrebbero arrivare appositi finanziamenti regionali. «Che l’ufficio di piano abbia necessità di essere potenziato è sotto gli occhi di tutti – fanno sapere da palazzo La Salle, sede operativa del Comune – Ma bisogna rispettare le procedure e i tempi. Non capiamo le ragioni della brusca accelerata». Ragioni evidentemente politiche, di cui sono a conoscenza solo «mister welfare» e il sindaco-diesel.
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