Un rigore generoso, anche con le nuove regole sul tocco di mano, dà all’Italia di Mancini la sesta vittoria su sei nel suo cammino verso Euro 2020. Al di là delle proteste della Finlandia per il penalty del 2-1, è però un successo meritato, e soprattutto prezioso: con 6 punti di vantaggio sulla seconda, la nazionale battuta stasera, e nove sulla terza, l’Armenia, gli azzurri avranno il primo match point qualificazione gia’ il 12 ottobre a Roma contro la Grecia. E’ un semplice dato statistico, certo, perchè comunque sia a questo punto il pass sfuggirebbe solo in caso di cataclisma: ma la velocita’ con la quale l’Italia si e’ ripresa il suo posto nel calcio europeo che conta dà la misura della rifondazione di Mancini. Che stasera ha il volto di un Sensi in gran forma, di un Acerbi impeccabile, di un Lorenzo Pellegrini ordinato ed efficace nei compiti richiesti, e della scommessa Immobile alla fine vinta. A conti fatti, la vittoria e’ esattamente frutto delle scelte di Mancini, quelle iniziali e quelle a partita in corso. Il ct dopo l’Armenia ne cambia cinque su undici, e il nome più sorprendente e’ Immobile per Belotti. Nel tridente, Lorenzo Pellegrini si piazza a sinistra al posto di Bernardeschi, dalla parte opposta del confermato Chiesa. Con l’ingresso in campo di Izzo-Acerbi per Florenzi-Romagnoli, la difesa azzurra e’ piuttosto una linea a 3, con Emerson avanzato su una linea a quattro di centrocampo. La Finlandia si arrocca sul 5-4-1, affidando alla velocità di uscita dei centrocampisti centrali e alle doti realizzative di Pukki in avanti le sue ripartenze veloci. A rovinare i piani di Mancini, dopo 8′, l’infortunio di Emerson che sente ‘strappare’ il flessore e chiede il cambio: Florenzi e’ costretto a mettersi a sinistra. Un po’ la mancanza di spinta da quella parte e le difficolta’ di barella dall’altra, un po’ il palleggio veloce, un po’ le difficolta’ di Immobile a trovare la posizione, e per un buon quarto d’ora la Finlandia mette in difficolta’ l’Italia, pur tirando poco (al 3′, una deviazione di Toivo su angolo: al 25′ un errore di Jorginho che lancia Kamara, murato da Acerbi). Il rodaggio finisce al 23′, quando un giro palla veloce porta Sensi alla battuta al volo dal limite sulla quale Hradecky salva sotto la traversa. Il centrocampo azzurro, guidato dal regista interista, prende il ritmo e da quel momento e’ una sequenza di occasioni: ci provano Barella, debole al 29′, Immobile di testa (35′), Florenzi con una bella girata (39′) e poi ancora Immobile (41′) e Chiesa (44′) dalla sinistra, fermati solo dalla reattività del portiere finlandese. In mezzo, un altro bel destro di Sensi che sfiora il palo. Al rientro in campo, la Finlandia prova a rialzare i ritmi e Pukki va al suo primo tiro, un sinistro largo, dopo una manciata di secondi. La linea azzurra arretra troppo, ma pallone dopo pallone recupera metri e ripropone il copione del primo tempo: ora aspetta il momento giusto per colpire. Che arriva al 14′: lo spunto prepotente è di Chiesa a destra, Immobile puntuale sul secondo palo spinge in rete di testa, con rabbia e forza. Mancini chiede di chiudere la partita, vedendo la stanchezza dei suoi. E invece arriva il pari su un’ingenuità di Sensi, che perde palla e in area fa fallo su Pukki, ancora controllato dei difensori: dal dischetto, il goleador di casa non sbaglia e al 26′ e’ 1-1. Bernardeschi entra per Chiesa, e subito su punizione sfiora l’incrocio. Poi e’ il momento di Belotti per Immobile, e anche questo e’ un cambio fortunato: da uno spunto dell’attaccante nasce il pallone che Barella batte in porta colpendo il braccio, stretto al corpo, di Vaisanen. Senza Var il rigore concesso generosamente non può essere revocato, e al 34′ Jorginho ristabilisce dal dischetto il vantaggio. La coppia di neoentrati confeziona la palla buona per chiudere la partita, ma ancora Hradecky si fa trovare pronto. Il forcing finale dei padroni di casa non porta pericoli, Mancini fa festa e pensa al match point di Roma.
Mancini: ‘ora l’Olimpico pieno come Italia 90
Notti magiche. Anche con sei vittorie su sei, come in Europa sta riuscendo solo alla Spagna, e’ forse presto per sogni troppo azzurri. Ma Roberto Mancini ha vissuto quel mondiale di Italia ’90 e ora che torna all’Olimpico di Roma da ct, col match point contro la Grecia per una qualificazione lampo a Euro 2020, chiama il pubblico. “Sarebbe bello se lo stadio fosse pieno, come quelle sere di Italia ’90”, dice dopo la vittoria sulla Finlandia. Un risultato sofferto, ma meritato, ci tiene a sottolineare Mancini. “C’è stata un po’ di sofferenza ma ce la siamo creata da soli: stavamo gestendo la partita e abbiamo perso una palla che non dovevamo perdere”, la sua analisi, riferita al rigore nato da un errore di Sensi. “Comunque dico bravi ai ragazzi che hanno fatto una grande partita. Abbiamo fatto bene e questo ci dà fiducia – le parole del ct a Rai Sport – adesso dobbiamo pensare solo a migliorare”. Protagonista della serata Immobile: il suo gol di testa ha sbloccato la partita e il suo tabellino azzurro, visto che all’appuntamento col gol mancava da due anni: “Era un peso troppo grande non fare gol con questa maglia – le sue parole a Rai Sport – Si sono dette tante cose in questi due anni su di me ma sapevo che sarebbe arrivato il mio momento. Adesso cominciamo il cammino, siamo ripartiti alla grande. Su di me si cercano sempre di creare un caso, anche se l’anno scorso non ho passato un gran periodo, anche con la Lazio: pian piano sto rientrando e sono contento”. Acerbi, entrato in campo come un veterano, sottolinea “le troppe ingenuita’ anche in una partita dominata: in campo ci sono tanti giovani, miglioreremo”. Izzo confessa di “esser rimasto sorpreso dalla scelta di Mancini di schierarmi, ma se devo dire, si’: io mi confermerei…”. Donnarumma parla di un'”Italia bellissima”, Florenzi si dice felice “per una vittoria su un campo difficile, che dimostra la crescita del nostro percorso”. Pukki, autore del gol del momentaneo pari, fa professione di sportività. “Il rigore per l’Italia? Non so, ero lontano, a centrocampo: da quel che sento dai miei compagni, era molto dubbio. Ma nell’arco della partita loro hanno meritato, tirando di più in porta”.